Page 253 - Rassegna 2019-1
P. 253

L’USO DI DRONI ARMATI E COME CONTRASTARE LA MINACCIA



                  Gli scienziati hanno notato che l’esercito statunitense ha investito risorse
             significative in tecnologie counter-drone, spesso concentrandosi sulla rilevazione
             di segnali radio da un drone o dal suo operatore e bloccando il collegamento
             radio tra di loro.
                  I droni moderni possono però operare senza collegamenti radio, affidan-
             dosi a sistemi automatizzati per il riconoscimento e il monitoraggio degli obiet-
             tivi e per evitare gli ostacoli. Il rapporto indica anche che, entro il 2025, i droni
             amatoriali potrebbero operare in sciami di decine o centinaia e contrastarli si
             rivelerà una sfida davvero difficile. “Gran parte dei risultati dello studio - ha
             precisato Sciarretta - sono classificati. L’esercito e tutti i servizi sono alla ricerca
             di un modo per contrastare i sempre più numerosi piccoli sistemi aerei senza
             pilota, ma non posso dirvi cosa noi abbiamo consigliato”.
                  È indispensabile che gli esperti di antiterrorismo pianifichino una risposta
             solida alla minaccia dei droni armati, non solo in termini di tecnologia di rile-
             vamento  e  contromisure,  ma  anche  di  formazione  necessaria  per  difendersi
             dagli attacchi di droni armati.
                  Il primo passo è riuscire a individuare un drone armato prima che causi la
             confusione, il secondo passo è determinare se rappresenta o meno una minac-
             cia, ultimo passo intraprendere provvedimenti per neutralizzare la minaccia.
                  Nel 2017 in un post su Facebook le Syrian National Defense Forces hanno
             mostrato la foto del loro dispositivo per contrastare i droni dei jihadisti . Si
                                                                                   (10)
             trattava di un jammer montato su un pick-up, composto da alcune antenne poste
             all’estremità superiore di un’asta girevole. Si notavano due cavi, uno collegato a
             una scatola rossa (probabilmente qui si trovava la batteria), e l’altro a un grande
             contenitore beige, che forse ospitava la centralina di comando del dispositivo.
             Il suo impiego sul terreno contro i jihadisti avrebbe neutralizzato oltre otto
             droni.
                  Proprio in quegli anni un altro sistema anti drone era il DroneDefender della
             Battelle, una società statunitense. Si trattava di un fucile da spalla che “sparava”
             onde radio che inibivano il sistema di controllo del velivolo senza pilota.
                  Un  altro  sistema  era  il  taiwanese  Raysun  MD1,  avvistato  per  qualche
             periodo sui mezzi delle Forze irachene a Mosul.


             5. La tecnologia counter-drone
                  Oggi in tutto il mondo si sta pensando alla tecnologia counter-drone, che

             (10)  https://www.difesaesicurezza.com/cyber/siria-anche-lesercito-di-damasco-ha-unarma-
                  ammazza-droni/

                                                                                     251
   248   249   250   251   252   253   254   255   256   257   258