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IL FILO DELLA LUBJANKA



                  Si  tratta  della  Disposizione  sul  KGB  presso  il  Consiglio  dei  Ministri
             dell’URSS e le sue articolazioni locali del 9 gennaio 1959. In essa veniva statuito
             in  modo  inequivocabile  che  il  KGB  e  le  sue  articolazioni  rappresentavano
             “organi politici, deputati alla realizzazione delle iniziative del Comitato Centrale
             del partito e del governo per la difesa dello Stato socialista contro attentati da
             parte  di  nemici  esterni  e  interni,  nonché  per  il  controllo  delle  frontiere
             dell’URSS”. E ancora che tali organi “sono chiamati ad essere vigilanti verso gli
             intrighi dei nemici dello Stato sovietico, smascherare i loro piani, intercettare
             l’attività criminale dei paesi imperialisti contro la patria sovietica”.
                  Dal punto di vista strutturale il decreto indicava che “per l’espletamento
             delle sue funzioni il Comitato dispone di articolazioni nelle repubbliche federa-
             te  e nelle repubbliche autonome, nei distretti, nelle regioni, nelle città e nei
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             quartieri, nei distretti militari, nelle unità e nei reparti dell’Esercito sovietico,
             nelle flotte e flottiglie della Marina militare, nelle truppe del MVD, nei trasporti
             ferroviari, navali e aerei e dispone di truppe di confine e corpi speciali”. E che
             “la sua attività è direttamente subordinata e sottoposta al controllo del CC del
             PCUS e regolarmente deve presentare un rapporto al CC e al Consiglio dei
             Ministri dell’URSS, così come le articolazioni locali debbono fare dinanzi agli
             organi locali del partito e al vertice del KGB”. Veniva anche precisato che “gli
             organi della sicurezza dello Stato sono chiamati a mantenere relazioni strette
             con i lavoratori, prestando loro aiuto nella lotta contro gli elementi antisovietici
             e nemici”. Il capo I del decreto si concludeva con due disposizioni di carattere
             organizzativo. La prima riguardava il Presidente del Comitato, che doveva esse-
             re  nominato  dal  Presidium  del  Soviet  supremo  e  confermato  dal  Comitato
             Centrale, mentre i suoi vice erano nominati dal Consiglio dei Ministri e ugual-
             mente  confermati  dal  CC.  La  seconda  riguardava  le  fonti  dei  poteri  di
             Presidente e vicepresidente, che dovevano formulare le proprie direttive sulla
             base e in esecuzione della legislazione vigente e delle delibere del CC e del
             Consiglio dei Ministri dell’URSS.
                  La prima parte del secondo capo della deliberazione riformulava ed espan-
             deva le competenze del KGB rispetto al decreto istitutivo. Si trattava di attività
             di spionaggio nei paesi capitalisti; contrasto a spionaggio, diversione, terrorismo
             e altre attività clandestine di organi di spionaggio stranieri, centri antisovietici
             esteri e loro agenti all’interno del paese; lotta contro l’attività ostile di elementi
             antisovietici  e  nazionalisti  all’interno  dell’URSS;  controspionaggio  presso
             l’Esercito sovietico, la Marina militare, l’Aviazione civile, le truppe di frontiera
             e del ministero degli Interni allo scopo di prevenire la comparsa tra le loro file
             (20)  Ogni repubblica federata contava su un suo KGB repubblicano, tutti subordinati al centro.

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