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IL FILO DELLA LUBJANKA
di documenti contenenti segreti di Stato (articolo 76), contrabbando (articolo
78), disordini di massa (articolo 79), migrazione illegale (articolo 83), traffico di
valuta (articolo 88). Per altre figure di reato era prevista una competenza con-
corrente con la procura. Con riferimento, invece, allo spionaggio verso i paesi
capitalisti, assegnato al PGU, questo era rivolto, in particolare, verso Stati Uniti,
Gran Bretagna, Germania Ovest, Francia, Austria e verso quei paesi che appar-
tenevano a diverso titolo al dispositivo strategico di Washington, fra cui
Turchia, Persia, Pakistan e Giappone . Altro ambito di attività del tutto nuovo
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e frutto della mutata posizione internazionale dell’URSS dopo la fine del con-
flitto era la cooperazione con gli organi di sicurezza dei paesi del campo socia-
lista e, soprattutto, a partire dal 1955 con i membri del Patto di Varsavia.
Al di là delle singole competenze, l’elemento chiave della riforma era evi-
tare il ripetersi della situazione esistente alla fine degli anni Trenta e dopo il
1945, ossia la fuoriuscita delle strutture della sicurezza dello Stato dal controllo
del partito. Questo punto fu affrontato più diffusamente e pubblicamente dopo
le denunce del XX Congresso del PCUS, quando la parola d’ordine costante-
mente ribadita da Chruščëv divenne il ripristino della legalità socialista. A tal
proposito, con provvedimento del Comitato centrale del 19 gennaio 1955,
venne istituita un’apposita sezione presso la Procura generale dell’URSS, com-
petente per il controllo sulle attività del KGB. Per questo l’intervento del
Comitato nelle questioni interne fu, nei primi anni, assai più limitato di quanto
la legge istitutiva avesse previsto e di quanto sarebbe stato sotto la guida di
Andropov.
Alla fine degli anni Cinquanta Šelepin, succeduto a Serov nel 1958, sman-
tellò le strutture deputate alla gestione degli affari interni, concentrando gli
sforzi sull’attività estera. In particolare, pur attribuendo massima priorità al con-
trasto degli agenti stranieri infiltratisi in territorio sovietico, il ridimensionamen-
to delle strutture di controllo interno costrinsero il KGB a trascurare l’analisi
dei contesti socio-economici che potevano facilitare l’attività di reclutamento
nemico fra i cittadini sovietici . Al contrario, Andropov era convinto che il
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controllo capillare all’interno del paese fosse elemento indispensabile e per far
questo sostenne la necessità di ripristinare un’organizzazione analoga a quella
esistente ai tempi di Stalin con un vasto apparato dedicato alla sorveglianza
interna .
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(16) Sul tema si veda, tra gli altri, AA.VV., Gosudarstvennaja bezopastnost’ v Rossii: istorija i sovremennost’,
Rosspen, Moskva, 2004.
(17) Cfr. F. D. BOBKOV, KGB i vlast’, Izd-vo Veteran MP, Moskva, 1995, pagg. 170 ss.
(18) Quanto alla “lezione staliniana” in materia di servizi segreti, è sintomatico che poco dopo il
suo arrivo alla Lubjanka Andropov, presentando una sorta di programma per gli anni avve-
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