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TRIBUNA DI STORIA MILITARE
in una forma piuttosto breve; dunque la maggior parte degli oratori interpreta
tale manifestazione come un semplice saluto nel momento in cui si lascia il ser-
vizio attivo.
Anche in questa occasione, però, va detto che Dalla Chiesa andò oltre le
regole non scritte che molti altri colleghi nella stessa carica avevano rispettato.
Il generale ritenne doveroso dedicare un breve discorso, non di circostanza, per
salutare il Comandante Generale dell’epoca, il Generale di Corpo d’Armata
Lorenzo Valditara, e l’Istituzione tutta .
(28)
Come affermò egli stesso, si trattò della prima volta che dovette far ricorso
ad un testo scritto ed evitare così che l’emozione prendesse il sopravvento.
Ironia della sorte volle che l’ultimo discorso in servizio fosse anche il primo
scritto. L’allocuzione di Dalla Chiesa costituì un’aperta e onesta dichiarazione di
congedo. In tale occasione, proprio in tale occasione, nel lasciare la carica di
Vice Comandante, sottolineava le emozioni e l’animo agitato con cui si trovava
di fronte ad altri ufficiali per il saluto. Dalla posizione del più alto rappresentan-
te dell’Arma, sottolineò come quel momento rappresentasse il “momento
dell’umiltà”; non vanagloria dunque, ma compostezza ed equilibrio, secondo
quella disciplina interiore che lo aveva accompagnato nel corso della sua lunga
vita in uniforme.
Era il momento dei ringraziamenti; infatti, era sua intenzione ringraziare
e dunque iniziare dai più importanti, com’è abitudine. In realtà, proprio i rin-
graziamenti fanno emergere un altro elemento del carattere dell’ufficiale, ovve-
ro il rapporto con il proprio personale; citando dunque la sua prima esperienza
di comando nell’Arma dei Carabinieri, in un’Italia non ancora liberata dalla pre-
senza nazi-fascista, egli volle partire dalla sua esperienza più lontana e che aveva
rappresentato tanto per lui. Il ricordo, dunque, corse verso figure non più in
servizio, verso uomini di un’Arma lontana, di un mondo che le vicende politi-
che e sociali avevano oramai cancellato. Proprio la sua descrizione sembra
mostrarli davanti agli occhi quando sottolinea come egli, giovanissimo ufficiale,
si trovò dinanzi “dodici tra brigadieri e marescialli, tutti con il colletto bianco
inamidato, i guanti calzati, la sciabola, alcuni con gli stivaloni”; era lo stile
dell’Arma che, pur mutando secondo il mutare della Società, rappresentava la
formalità e il rigore caratteristici dell’Istituzione. Ciò era quanto si poteva vede-
re all’esterno; il rapporto con il giovane ufficiale, però, si presentava come qual-
cosa di più profondo, “senza far pesare con molto garbo, senza incidere sul mio
amor proprio, mi resero consapevole della mia pochezza”; si trattava di uomini
(28) Il Generale Valditara, proveniente dagli Alpini, mantenne l’incarico di Comandante Generale
dal 14 settembre 1981 al 18 gennaio 1984, http://www.carabinieri.it/arma/ieri/comandan-
te-generale/i-cti-generali/gen-c-a-lorenzo-valditara consultato il 9 maggio 2018.
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