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TRIBUNA DI STORIA MILITARE
Weil era il cognato di Panizzardi , mentre lo era del suo predecessore incisa
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di Camerana (v. supra). La notizia fu smentita dalla Tribuna di roma e corretta
da Le Rappel dell’11 gennaio, mentre il segretario della legazione italiana - il mar-
chese raniero Paulucci de’ Calboli (1861-1931) che in seguito avrebbe sostenu-
to attivamente la campagna dreyfusarda - confuse Weil con Weil-Schott, anno-
tando nel diario che il «cognato» di Weil era l’agente e console generale italiano
Giorgio Polacco (1857-1902), ebreo livornese .
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a seguito del deposito in atti della lettera di Esterhazy, Weil fu richiamato
in corte marziale per testimoniare in merito. Nell’udienza del 10 gennaio 1898
gli fu esibita la lettera. Lui negò di averla diffusa e ipotizzò che gli fosse stata
sottratta. richiamato a sua volta, mathieu Dumas confermò di averla avuta dal
Gran rabbino tramite Lazare. a questo punto Esterhazy proruppe in una delle
sue tirate melodrammatiche: «Weil a été mon camarade de jeunesse, je lui ai rendu des
services considérables. Plus tard je lui ai demandé de venir à mon aide, il m’a dit qu’il s’oc-
cupait de me procurer par d’autres ce qu’il ne pouvait me donner lui-même. De toutes les
lâchetés dont je suis victime depuis le commencement de cette affaire, la trahison de ce camarade
de jeunesse est la plus douloureuse que j’ai rencontré».
Weil replicò: «Je n’ai jamais fait aucune démarche sans le consentement du comman-
dant Esterhazy ; je ne lui ai pas caché que je ne faisais ces démarches que chez des juifs. Il
était dans la misère, j’ai tout fait pour lui être utile. J’ajoute que le commandant m’a dit à
plusieurs reprises: ‘je suis à bout; puisque je ne puis m’en tirer, j’aime mieux tuer ma femme
et mes enfants et me tuer ensuite’» .
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Quello fu l’ultimo servizio reso da Weil a Esterhazy. Grazie a lui l’accenno
al «crime» contenuto nella lettera fu declassato da indizio di sacrilego tradimen-
to della patria, a bagatella semi-privata (una banale strage ‘d’onore’ commessa
da un povero padre di famiglia).
(156) - Qualche rapporto con gli austriaci Panizzardi ce l’aveva: era infatti fratello del senatore Carlo
Giovanni Lazzaro Pietro (1850-1921) e parente della signora anna Hinze moglie di
Ludovico Carlo Panizzardi, sospettata nel 1915 di essere una spia austriaca (andrea Vento,
In silenzio gioite e soffrite: storia dei servizi segreti italiani dal Risorgimento alla guerra fredda, con pre-
fazione di romain H. rainero, milano, il Saggiatore, 2010, pag. 132).
(157) - Diario PaULUCCi [Parigi 1898, cit., pag. 114]: «Un giornale oggi ha rimproverato al Panizzardi
di esser parente di Weil-Weiss, che è invece cognato di Polacco». Le sorelle di Polacco spo-
sarono in realtà un Colorni e un Weil Schott.
(158)- Le Petit Journal, 11 janvier 1998, pag. 2.
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