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TRIBUNA DI STORIA MILITARE
ma a seguito della riapertura del caso il suo nome tornò alla ribalta e tra
l’altro dovette subire il 9 maggio 1904 l’umiliante interrogatorio che abbiamo
ripetutamente citato da parte del procuratore generale della Camera Criminale
della Cassazione manuel-achille Baudoin (1846-1917), anche se «brided at being
treated as a suspect and gave nothing away» .
(163)
in realtà Weil ebbe buon gioco solo alle prime battute, quando Baudoin
gli sventolò sotto il naso i ritagli della Libre Parole che lo tacciavano di ladro,
pappataci e traditore, chiedendogli conto della mancata querela, oltre che di
dossier ministeriali mai seguiti da procedimenti formali nei suoi confronti. Per
il resto Weil dovette ammettere di essere stato succube di Esterhazy e di averlo
raccomandato e accreditato nella Comunità ebraica, nel mondo degli affari e tra
i generali suoi amici, senza contare gli accenni imbarazzanti alla storia delle
corse, al precipitoso viaggio a malaga e alla lettera di sua moglie a Saussier.
L’indomani, 10 maggio, recuperato l’aplomb, Weil scrisse a Baudoin in
tono sostenuto, rilevando di essere stato sorpreso dalle «étranges questions»
postegli dal procuratore e citando i generali Watrin e Chanoine come informati
delle ragioni del viaggio a malaga e della mancata querela contro la Libre Parole.
Sosteneva poi che le accuse di Boisdeffre nei suoi confronti nascevano unica-
mente da «haine des juifs», ed erano più che bilanciate dalla stima dei generali
Lewal, Peigné, d’Hully, radiguet, Tisseyre e del Cdt Berger, nonché del maire
dell’8e arr che lo conosceva da 27 anni e che poteva attestare quanto fosse lì
t
«bien connu par [sa] charité, peut-être excessive».
i più accesi testimoni antidreyfusardi espressero pareri contrastanti sulla
sua possibile complicità con Esterhazy, sostenuta da Picquart soprattutto sulla
base delle incaute lettere da Bad ischl dell’agosto 1896. il tenente colonnello
Léon-albert Bertin-mourot (1852-1932) (164) era colpevolista, mentre secondo il
generale Jean roget (165) Weil non poteva essere una spia perché era «tout-à-fait
(163)- rEaD, The Dreyfus Affair, pag. 337.
(164) - Figlio di un’albertine Dreyfus, Bertin-mourot cercava in tutti i modi di dimostrare di non
essere ebreo e fu tra i principali accusatori di Dreyfus. Philippe oriol, «albert Bertin-mourot»,
in Dictionnaire biographique et géographique de l’affaire Dreyfus, blog, Paris, Champion, 2017.
(165) - il 23 febbraio 1899, durante i funerali di Félix Faure, i boulangisti Paul Déroulède (1846-
1914) e marcel Habert (1862-1937) avevano tentato un colpo di stato dirottando verso
l’Eliseo le truppe di roget che tornavano in caserma dopo il servizio d’onore.
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