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IL PROCESSO DI STATE BUILDING IN SOMALIA: LA SICUREZZA COME GAME CHANGER
liceità della condotta della forza di polizia. La legge sostanziale serve come con-
ditio sine qua non per l’azione di ogni polizia, a ragione del binomio perfettamente
espresso dalla lingua inglese, ma ciò che forse è più interessante è l’adozione di
una procedura cui la polizia è sottoposta, per affermare il primato della legge
sul suo stesso “braccio armato”.
Se la considerazione può apparire banale alla luce del normale svolgimen-
to del lavoro quotidiano dei corpi di polizia europei e, più in generale, occiden-
tali, per la Somalia questa rappresenta una delle sfide più importanti e cruciali,
che si può vincere attraverso una formazione costante e capillare. A fronte di
una cultura in cui è fortemente presente la componente clanica e quindi parziale
degli interessi che ciascuno è chiamato a difendere e in cui la corruzione ha spo-
stato a suo piacimento l’obiettivo da proteggere, il primo ostacolo è quello di
operare un cambio di mentalità negli agenti di polizia.
Altrettanto importante, dopo anni di dittatura e di feroce guerra, è ribadire
alcuni principi fondamentali in materia di rispetto dei diritti umani connessi alle
attività delle forze di polizia: l’art. 15 della Costituzione provvisoria della
Somalia tutela il diritto alla libertà e sicurezza della persona, con espresso divie-
to di tortura e di trattamenti inumani e di detenzione illegale (art. 15, co. 2). Una
nuova normativa non può prescindere dal trasformare in legge questi principi
che dovrebbero costituire uno dei punti fondamentali su cui si articolano le
lezioni di formazione degli agenti.
Alla mancanza di una normativa aggiornata - l’ultimo testo di riferimento
in materia è stato realizzato durante il periodo di governo italiano in Somalia -
si affiancano problemi strutturali. Deve essere considerato il fattore dell’alto
rischio assunto da chi sceglie di servire le forze di polizia in un contesto caldo
quale la Somalia, che, inoltre, non è stata in grado di provvedere alle paghe dei
suoi dipendenti. Per evitare la fuga dei pochi agenti a disposizione, parte dei
fondi dell’Unione Europea sono stati destinati al pagamento di parte dei salari
dei poliziotti, sperando anche in un effetto che richiamasse altri giovani ad
arruolarsi. Un altro grave problema è rappresentato dall’assenza di infrastruttu-
re adeguate, in grado di fungere da scuole di polizia. L’Italia, in particolare con
l’Arma dei Carabinieri, si è impegnata particolarmente in questo settore, con-
tribuendo a ristrutturare l’Accademia di polizia a Mogadiscio.
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