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STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI
piuttosto del corrispondente termine italiano “appropriato”, nel suo significato
di adatto o idoneo. Parimenti il termine “pertinente” non andrebbe riferito al
processo produttivo, ma alle proprietà di pericolo, subito dopo indicate.
Ciò su cui convergono le opinioni degli interpreti è che la normativa
comunitaria non contiene indicazioni prescrittive di specifiche procedure anali-
tiche che, invece, la legge 116 /2014 disponeva e che ora non sono più applica-
bili, dopo l’intervento abrogativo della legge 116/14 ad opera del D.L. 91/17.
3. La necessità dell’intervento della Corte di Giustizia Europea
La Suprema Corte di Cassazione si era già pronunciata in relazione a
(3)
questa tematica, dopo l’introduzione della disciplina della legge 116/2014 ma
prima del primo giugno 2015, data di entrata in vigore della decisione della
commissione 2014/995/UE, affermando il seguente principio di diritto: “in
caso di gestione di rifiuti a specchio, il produttore/detentore è tenuto per clas-
sificare il rifiuto e attribuire il codice (pericoloso/non pericoloso), ad eseguire
le necessarie analisi volte ad accertare l’eventuale presenza di sostanze perico-
lose ed il superamento delle soglie di concentrazione, e solo nel caso in cui
siano accertati in concreto l’assenza o il mancato superamento di dette soglie,
il rifiuto potrà essere classificato come non pericoloso”.
Chiamata nuovamente a pronunciarsi in questo ambito, poiché investita
da un ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Roma avverso l’or-
dinanza del Tribunale del Riesame di annullamento di un importante sequestro
preventivo, la medesima Sezione della Cassazione, dopo ampia e ragionata
ricostruzione della normativa sui rifiuti a specchio e delle due tesi dottrinarie,
ha ritenuto di dover rimettere alla Corte Giustizia Europea la questione pre-
giudiziale circa l’interpretazione della decisione 2014/995/Ue ed il
Regolamento UE nr 1357/2014, sussistendo ragionevole dubbi circa il loro
ambito di operatività.
Tra le due tesi sopra illustrate, la Cassazione ha ritenuto condivisibili quelle
osservazioni secondo cui ciò che si richiede è, in ogni caso, una adeguata carat-
(3) - Cassazione, sez. 3, n. 47897 del 3 maggio 2016.
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