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STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI
In primo luogo, l’emanazione del decreto legge 91/2017 (convertito in
legge in data 3 agosto 2017 nr. 123) che ha previsto un espresso rinvio alla nor-
mativa comunitaria ed in particolare alla Decisione 2014/955/UE ed al
Regolamento n.1357/2014, in vigore dal 1° giugno 2015, per la corretta attribu-
zione del codice CER ai rifiuti; rinvio introdotto in sostituzione della disciplina di
cui alla legge 116/2014, quale premessa all’allegato D) citato, e che aveva previsto
obblighi e procedure precise che il produttore deve seguire per l’attribuzione del
corretto codice CER. L’urgenza dell’emanazione delle nuove norme (nell’ambito
di un decreto legge che riguarda tutt’altra materia, in quanto attinente a disposi-
zioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno) è derivata dall’acceso
contrasto insorto tra i tecnici, anche quale conseguenza di importanti procedi-
menti giudiziari, circa la presunta incompatibilità della normativa italiana prevista
dalla legge 116/2014, rispetto alla normativa europea; incompatibilità derivante
dal rilievo che la normativa interna avrebbe imposto maggiori vincoli rispetto a
quella europea, in difetto degli obblighi di notifica che sono previsti allorché lo
Stato membro, in attuazione di direttive e decisioni della Commissione, decida di
introdurre ulteriori e più gravosi obblighi.
La seconda novità, in ordine temporale, riguarda l’ordinanza emessa dalla
Corte di Cassazione, il 21 luglio 2017, ex articolo 267 del T.F.U.E, con la quale
è stata rimessa alla Corte di Giustizia Europea la questione pregiudiziale circa
l’ambito di operatività delle disposizioni comunitarie che il legislatore espressa-
mente ha richiamato con il D.L. 91/2017. L’analisi della ordinanza di rinvio da
parte del Supremo Collegio italiano, impone una breve disamina della disciplina
della materia dei rifiuti, in particolare di quelli con codici a specchio, nonché
delle contrapposte tesi circa gli obblighi che gravano sul produttore del rifiuti,
ai fini di una corretta gestione di questa particolare categoria di rifiuti.
2. Il difficile contemperamento del principio di prevenzione con quello
di sviluppo sostenibile
Come è noto la questione dei codici a specchio si ricollega al Catalogo
europeo dei rifiuti, ove i rifiuti sono identificati in base:
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