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LA LEGGE 21 LUGLIO 2016 N. 145 “DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA PARTECIPAZIONE
DELL’ITALIA ALLE MISSIONI INTERNAZIONALI ...”
Le sinergie tra civili e militari, che dovranno essere sviluppate sin dal
momento del design di una missione e della definizione del suo specifico man-
dato, risultano ormai una delle condizioni per assicurare un effettivo impatto
della missione e, soprattutto, la sua sostenibilità nel medio e lungo periodo ed
una coerente exit strategy.
In questo contesto, la decisione del legislatore di introdurre la figura del
Consigliere per la cooperazione civile, quale elemento di raccordo tra il mondo
militare e quello civile, risulta molto importante e deve essere salutata in termini
assai positivi. Forse si può solo lamentare che non sia stata colta l’occasione per
definire meglio il compito e il ruolo del Consigliere stesso. L’articolo in esame
si limita a fornire dettagli sulla nomina dello stesso (compete al Ministro degli
Affari Esteri e della cooperazione internazionale, di concerto con il Ministro
della difesa) e sul suo trattamento economico. Nel silenzio del legislatore sul-
l’effettivo ruolo del Consigliere giuridico sarà interessante vedere come si orien-
terà la prassi applicativa, che dovrà, inevitabilmente, riconoscere il compito fon-
damentale che deve essere svolto da questa nuova figura nell’ambito della pia-
nificazione e gestione quotidiana della vita del contingente nazionale italiano
che partecipa ad una operazione internazionale.
7. Considerazioni conclusive
La Legge 145/2016, che in gran parte codifica la situazione di fatto e di
diritto esistente, rappresenta comunque un importante contributo per rendere
più efficace la partecipazione italiana alle missioni internazionali e per risolvere
una serie di problematiche dovute all’assenza di una specifica regolamentazione
di riferimento. La decisione di optare per una legge organica che disciplina i vari
aspetti della partecipazione nazionale (ed individuale) alle missioni fuori area è
sicuramente da salutare in maniera positiva: si trattava di una scelta non più rin-
viabile considerate le crescenti dimensioni che il fenomeno ha assunto in questi
anni (in termini di risorse umane impegnate, di risorse finanziarie stanziate e
soprattutto di impegno politico assunto dal sistema Paese nei confronti della
Comunità internazionale nel suo complesso).
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