Page 84 - La Grande Guerra dei Carabinieri
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84    La Grande Gueraa dei Carabinieri                               L’attività di counter-inteLLigence deLLa regia Marina







             comunicare che l’ingresso nel consolato austriaco si era   da Tanzini non restò altro da fare che allontanarsi discre-
             svolto senza problemi, i quattro si divisero e iniziarono   tamente dall’edificio facendo perdere le proprie tracce.
             ad operare: Papini e Bronzin, sistemata una cappa di tela   Poco dopo le 8 del mattino i documenti dell’Ufficio
             cerata sulla cassaforte per non far trapelare la luce attra-  informazioni del Marine Evidenzbureau di Zurigo erano
             verso le finestre, iniziarono il taglio della spessa lamiera   già a Berna, sulla scrivania del comandante Aloisi, il qua-
             intorno alla serratura, Bini sistemò alcune corde da usare   le, una volta data assicurazione ai propri superiori circa
             in caso di fuga attraverso il balcone e Tanzini prese a far   l’esito “brillante” dell’operazione, provvide a duplicarli e
             saltare le serrature dei cassetti e a radunare tutti i docu-  a inviarli, attraverso percorsi differenti, a Roma tramite
             menti via via reperiti. L’apertura della cassaforte si rivelò,   corrieri. Due giorni dopo le carte dell’archivio di Mayer
             ben presto, più difficile del previsto. Non appena prati-  erano al Ministero della Marina, dove furono tradotte e
             cato il primo foro nello sportello, la fiamma del cannello   attentamente studiate per individuare prove e circostan-
             si spense a causa della presenza, nell’intercapedine, di   ze con le quali chiedere, tra l’altro, alle Procure Militari
             un’imprevista sostanza chimica che, con il calore, sprigio-  di spiccare i necessari mandati d’arresto nei confronti di
             nava gas tossico. Per gli operatori il taglio della lamiera   tutti i confidenti di Mayer presenti sul territorio del Re-
             divenne un vero calvario: si rese necessario riaccendere   gno e all’Estero.
             continuamente la fiamma; per proteggere le vie respira-  Sul “colpo” di Zurigo la R. Marina fece calare, per
             torie coprirono naso e bocca con degli asciugamani for-  ovvie ragioni, il più assoluto silenzio, nonostante alcuni
             tunatamente trovati da Tanzini e inumiditi con dell’acqua   polveroni sollevati da qualche protagonista.
             sporca di in una bacinella. Intorno a mezzanotte l’aria era   Quando si diffuse la notizia dell’effrazione, Rudolf
             divenuta talmente irrespirabile che fu deciso di socchiu-  Mayer dovette riparare a Feldkirch, dove fu trattenuto
             dere leggermente una delle finestre. Finalmente, alle due   per qualche tempo mentre a Vienna si cercava di quan-
             del mattino, il taglio della lamiera intorno alla serratura   tificare  le  gravi  conseguenze  di  quella  spregiudicata
             fu completato. Bronzin e Papini riuscirono ad accedere al   azione italiana. Mayer si dimise ufficialmente dalla I.R.
             meccanismo della serratura e a sbloccarne i perni di chiu-  Marina il maggio successivo, ma nello stesso anno ritor-
             sura riuscendo così ad aprire il pesante portello della cas-  nò in Svizzera, continuando probabilmente la sua atti-
             saforte. In pochi minuti furono raccolti tutti i documenti   vità nell’ambito dei servizi segreti per conto dell’Ufficio
             riposti nei ripiani della cassaforte e svuotate le cassette   della Marina tedesca. Il cosiddetto “colpo” di Zurigo fu,
             interne  contenenti  preziosi  e  valuta.  Tutto  il  materiale   in conclusione, un’operazione tanto audace quanto for-
             asportato fu rapidamente chiuso nelle due valige che ave-  tunata che non ebbe uguali, per i Servizi d’intelligence
             vano ospitato parte dell’attrezzatura e in due altre valige   italiani, nel corso della Grande Guerra. L’importanza di
             trovate sul posto. Si trattava dei bagagli dei corrieri di   quell’operazione fu, a sua volta, ben sintetizzata dall’am-
             Mayer, una dei quali recava in bella mostra lo stemma di   miraglio Paolo Thaon di Revel, il quale ebbe a dire che
             Stato della duplice monarchia.                      essa “valeva veramente più di una battaglia vinta”.
                Completato il trafugamento, ai quattro uomini guidati                                 Claudio Rizza
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