Page 79 - La Grande Guerra dei Carabinieri
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             La nave da battaglia Conte di Cavour nelle acque di Spezia il 15 gennaio 1915 nel corso delle prove di macchina.
             The Conte di Cavour battleship in La Spezia harbor on 15 January 1915 during the machine test.



             faceva tenere sotto controllo dal Console Generale Ernst   Nel  marzo  del  1916 Mayer  assoldò  per  mille lire
             Von Maurig i propri collaboratori. Il punto di rottura fu   mensili un avvocato fiorentino di 30 anni, tal Livio Bini,
             raggiunto nell’autunno del 1916, quando il comandante   propostosi quale confidente per il tramite di un interme-
             Mayer decise di trasferire il proprio ufficio dal consola-  diario. Livio Bini, classe 1884, era individuo ambiguo,
             to austriaco a un locale di due stanze sito al civico 69 di   scaltro e senza scrupoli; era giunto in Svizzera, attra-
             Bahnhofstrasse, proprio al disopra di una banca che, di-  versando clandestinamente la frontiera, nel gennaio del
             sponendo di un servizio di vigilanza notturna privato, ga-  1916, per “cambiare aria” dopo aver compiuto una truf-
             rantiva, a dire dello stesso Mayer, la necessaria sicurezza.   fa con cambiali false a Firenze. Giunto a Zurigo, Bini
                Già dal suo arrivo a Zurigo, dunque ben prima di   cominciò a frequentare anarchici e altri sovversivi, ed
             trasferirsi nei nuovi locali in Bahnhofstrasse, il coman-  essendo egli conosciuto come socialista e giornalista
             dante Mayer si era dato molto da fare nell’attività di re-  d’idee  avanzate,  in  più,  giustificando  il  suo  abbando-
             clutamento di confidenti e nella raccolta d’informazioni   no della Patria perché contrario alla guerra, non tardò
             ai danni della Regia Marina. Egli riferiva pressoché quo-  molto ad essere avvicinato dal nemico e assunto quale
             tidianamente al comandante Risbek sulla sua attività, re-  informatore. Raggiunto in Svizzera dalla chiamata alle
             digendo lunghi rapporti e minuziose analisi di situazione   armi, Bini si presentò alla visita al Consolato italiano ma
             – di cui poi archiviava scrupolosamente le minute – che   venne riformato per un difetto all’occhio. Venuto a co-
             faceva giungere a Pola per mezzo dei corrieri.      noscenza di questa circostanza, Mayer decise d’inviarlo
                Nell’autunno 1915, l’aver appreso dell’affondamento   in Italia, mettendolo alla prova sia come confidente sia
             della corazzata Benedetto Brin, saltata in aria improvvi-  come sabotatore, indicando in aviorimesse e unità navali
             samente nel porto di brindisi il 27 settembre di quell’an-  gli obiettivi da prediligere. Bini si recò effettivamente in
             no, suggerì al comandante Mayer l’idea              Italia ma, ritenendo imminente una denuncia per l’affare
             di mettere in esecuzione degli atti di               della cambiali false o, più semplicemente, non essendo
             sabotaggio di quel genere tramite la                 in grado di carpire informazioni militari né, tantomeno,
             rete di confidenti che egli stava crean-             di organizzare sabotaggi, decise di fare il doppio gio-
             do in Italia.                                        co denunciando all’allora Direttore generale della P.S.,
                                                                  commendator Vigliani, l’incarico avuto, divenendo, in
                                                                  tal modo, informatore e agente doppio del Ministero
                                                                   degli Interni. Bini tornò a Zurigo il 15 aprile 1916
                                                                     e, presentatosi a Mayer, raccontò di essere dovuto
                                                                             riparare precipitosamente in Svizzera in
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