Page 104 - La Grande Guerra dei Carabinieri
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104   La Grande Gueraa dei Carabinieri                       L’impegno internazionaLe deLL’itaLia neLLa prima guerra mondiaLe
             Vladivostok (Siberia), 1919. Parata interalleata. Un gruppo di ufficiali della Legione Redenta.
             Vladivostok (Siberia), 1919. Inter-allied parade. A group of officers of the Redenta Legion.



             l’Ambasciatore Italiano a Vienna, duca D’Avarna, conse-  contatti con Parigi, per il tramite del principe Sisto di Bor-
             gnava ufficialmente la nostra dichiarazione di guerra al   bone Parma, dicendosi disposto ad avviare dei negoziati
             Ministro degli Esteri dell’Imperial Regio Governo.  di pace; Francia e Gran Bretagna, senza rivelare all’Italia
                Se i primi colpi sul fronte italo-austriaco furono spa-  il passo dell’Asburgo, esercitarono pressioni sull’alleato
             rati nel giugno del 1915, l’Italia entrò formalmente a   per fargli accettare una pace di compromesso. Il Ministro
             far parte dell’Intesa solo a distanza di quattro mesi, con   degli Esteri Sidney Sonnino reagì facendo muro contro
             l’adesione ufficiale e la pubblicazione dell’accordo con   tale eventualità, sottolineando come Roma avrebbe potuto
             Francia, Gran Bretagna, Russia e Giappone che impe-  ottenere molto anche rimanendo neutrale e che, una vol-
             gnava gli Stati firmatari a non concludere una pace sepa-  ta entrata in guerra, avrebbe combattuto fino allo stremo
             rata con le Potenze nemiche. Questo passo, tuttavia, non   delle forze per il raggiungimento degli obbiettivi della si-
             chiarì in modo definitivo la posizione di Roma, poiché il   curezza e del completamento dell’unità nazionale.
             nostro Governo preferì non dichiarare immediatamente   Questo  reciso  atteggiamento  italiano  pose  fine  alla
             guerra alla Germania, paese con il quale si erano stabiliti   manovra austriaca; altrettanto era destinato a naufragare
             vincoli profondi durante trent’anni di alleanza.    un analogo passo, questa volta pubblico, fatto dal papa
                Considerando la nostra scelta come sintomo di una   Benedetto XV che nell’agosto 1917 si rivolse ai capi dei
             non completa adesione alla causa comune, gli alleati si   paesi belligeranti sollecitando un immediato cessate il
             sentirono legittimati a concludere una serie di intese   fuoco e la ricerca di un accordo di pace tendenzialmente
             per la spartizione di territori ottomani in Asia Minore e   orientato al ritorno allo status quo ante. Ancora una volta
             Medio Oriente, senza informare l’Italia. Avendone avu-  la reazione del Ministro degli Esteri Sonnino fu di asso-
             to sentore, Roma ruppe gli indugi e il 28 agosto 1916   luto irrigidimento rispetto alla richiesta di intraprendere
             dichiarò guerra all’Impero germanico, riuscendo poi ad   un negoziato senza nessuna garanzia militare o diplo-
             imporre la sua partecipazione alle discussioni riguardan-  matica circa il conseguimento degli obbiettivi territoriali
             ti le regioni costiere del Mediterraneo Orientale (Accor-  dettagliati nel Patto di Londra.
             di di San Giovanni di Moriana, 26 aprile 1917) e veden-  Nell’aprile 1917 gli Stati Uniti scesero in campo a
             dosi riconosciuta la possibilità di avere, a fine conflitto,   fianco  dell’Intesa,  dichiarando  guerra  alla  Germania
             un’area di influenza economica esclusiva sulle coste sud   ma non all’Austria Ungheria. L’evento, pur favorendo
             occidentali dell’Anatolia, compresa la città di Smirne.   le possibilità di vittoria della coalizione, mettendole a
             Ricordiamo che l’accordo era soggetto al consenso rus-  disposizione l’enorme potenziale economico e militare
             so ma a causa della rivoluzione bolscevica tale consenso   americano, costrinse i Governi del vecchio continente
             non fu mai formalizzato.                            a confrontarsi con l’avversione del Presidente ameri-
                Il nodo dei compensi asiatici fu solo uno dei delicati   cano Woodrow Wilson per i modelli e gli schemi della
             dossier con cui la diplomazia nazionale dovette confron-  diplomazia segreta. Egli invitava ad ispirarsi alla nuo-
             tarsi nella prima metà del 1917. A marzo l’imperatore Car-  va filosofia della “open diplomacy” i cui canoni vennero
             lo I, da poco successo a Francesco Giuseppe, aveva preso   dallo stesso Wilson pubblicamente enunciati: “Pubblici
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