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            PRIMA DEL MUSEO. I PRATI DI CASTELLO DALL’AGRO
            VATICANO AL QUARTIERE POST-UNITARIO

            Dottoressa Sabina Zeggio






                     li antichi indicavano con ager Vaticanus (nome  iscrizioni  dei  cippi  di  delimitazione  riparia  di  età
                     dall’origine tuttora discussa) l’area piuttosto  imperiale),  perché  compresa  nel  territorio  della
            Gpianeggiante  posta  sulla  riva  destra  del       potente città di Veio. Soggetta al ristagno di acque
            Tevere, compresa più o meno tra gli attuali ponti     sorgive  e  piovane  e  ai  frequenti  straripamenti  del
            Milvio e Sisto e tra la sponda del fiume e i versanti  Tevere,  la  zona  era  paludosa,  descritta  dalle  fonti
            nord-occidentali  delle  colline  dette  Monte  Mario,  antiche  come  malsana  e  quindi  nefasta,  inadatta
            Colle Vaticano e Gianicolo. Dal punto di
            vista geologico la maggior parte di quest’area
            consta di strati di alluvioni recenti (fig. 1,
            in azzurro), mentre solo lungo il limite oc-
            cidentale emergono le formazioni rocciose
            denominate  Vaticano  (fig.  1,  in  giallo  e
            arancio) e Aurelia (fig. 1, in marrone). La
            zona corrispondente all’attuale piazza Ri-
            sorgimento, in particolare, era solcata dal
            Fosso della Sposata (indicato dalla freccia
            in  fig.  1),  un  torrente  poi  incanalato  nel
            fossato delle Mura Vaticane, che attraverso
            la valle dell’Inferno (o valle Aurelia) con-
            vogliava  nel  Tevere  le  acque  provenienti
            dai monti Vaticani.


                         L’ETÀ ANTICA
            La sponda destra del fiume era detta “riva
            veiente” o “riva etrusca” (“litore Etrusco” in  FIG. 1. Assonometria schematica del bacino idrografico del Tevere nell’area del centro storico di
            Orazio,  Carmina,  I,  2,  15  e  ancora  sulle  Roma. (da FACCENNA, FUNICIELLO, MARRA 1995, p. 46, fig. 13; rielaborazione S. Zeggio)
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