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LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI





              La disumana ferocia


                dei nazisti e la viltà



               dei fascisti avevano                                 tando l’ira della gente. Per un po’ la folla indignata e i


                 colmato la misura                                  tedeschi,  armati  fino  ai  denti,  si  fronteggiarono.  La
                                                                    gente fremeva, si accalcava, metteva mano ai sassi e
                                                                    sbarrava il passo a carri e soldati furibondi, che urla-
                 oltre la quale non                                 vano di sgombrare. Chi aveva più paura, i nazisti o i
                                                                    napoletani? Non lo sapremo mai, ma solo quando i

                     pareva esserci                                 mitra puntarono ad altezza d’uomo chi protestava si
                                                                    disperse lentamente. Non fu una fuga, però. Solo due
                                                                    giorni dopo, la banda Baiano scatenò il suo attacco.
                     via di salvezza,                               Perché Molinari giunse ad accordarsi con loro ora ap-

                                                                    pare più chiaro: la disumana ferocia dei nazisti e la
                      se non quella                                 viltà  dei  fascisti  avevano  colmato  la  misura  oltre  la
                                                                    quale non pareva esserci via di salvezza, se non quella
                                                                    di una disperata, ma coraggiosa lotta di popolo.
                  di una disperata,                                 Per quanto riguarda il passato dei Baiano, occorre tor-
                                                                    nare al 28 gennaio del 1927, alla data in cui Ruggiero,
                     ma coraggiosa                                  padre dei tre antifascisti, nonostante le idee politiche,
                                                                    ottenne la gestione della sezione staccata di Pianura
                                                                    del  Mercato  agricolo  di  Napoli.  Quali  furono  negli
                    lotta di popolo                                 anni successivi i rapporti che l’uomo fu costretto a in-

                                                                    trattenere coi fascisti locali è difficile dire, ma certo
                                                                    non fu un idillio; col passare del tempo la situazione
                                                                    peggiorò sensibilmente e nel 1934 divenne ingestibile.
            zione»,  puntavano  «le  armi  in  risposta  alla  minima  Fu Vincenzo Marrone, il fiduciario fascista di Pianura
            osservazione».  Una  condizione,  scrisse  coraggiosa-  a provocare un incidente che sfociò in aggressione ar-
            mente un ignoto collega del Vice Brigadiere Molinari,   mata ai danni di Ruggiero Baiano. Spalleggiato da un
            che metteva «a durissima prova la pazienza». Si riferiva  camerata,  il Marrone avrebbe avuto di certo la meglio,
            evidentemente a uno stato d’animo che non riguar-       se Francesco Baiano, intervenuto coraggiosamente in
            dava solo la popolazione, ma lo coinvolgeva perso-      difesa del padre, non avesse messo in fuga i due fascisti.
            nalmente, ed era certamente quanto pensava e sentiva    Erano tempi in cui il coraggio di opporsi alla prepo-
            da tempo anche il Molinari.                             tenza e all’ingiustizia costava sempre caro. Valutato il
            La tempesta si annunciava ormai in mille modi, ma       caso, i fascisti trovarono subito un accordo: non pote-
            non s’era mai vista minacciosa e vicina, come il 7 set-  vano permettere che uno di loro fosse impunemente
            tembre, al Corso Garibaldi, dove il «nemico» assunse    umiliato.  Scartata  l’ipotesi  di  un’aggressione  meglio
            un aspetto duplice e terrificante: un Giano Bifronte,   organizzata, che sarebbe risultata molto impopolare -
            col volto degli angloamericani, che scatenavano l’in-   si trattava di colpire gente onesta e stimata – si scelse
            ferno dal cielo, e quello dei nazisti che senza esitare,  un’implacabile  rappresaglia:  revocata  la  concessione
            tra  case  inermi  e  pericolanti,  indirizzavano  il  fuoco  ed estromessi dal mercatino, ai Baiano si negò ogni
            infernale dei loro carri armati contro i velivoli, susci-  possibilità di trovare lavoro. Come ricorderà anni dopo



                                                               NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. SPECIALE ANNO VIII   15
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