Page 28 - Notiziario 4-2016
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PAGINE DI STORIA
a sostegno del ponte della linea ferroviaria Mantova- rando e La Rocca li hanno rovesciati. Non sembra fi-
Modena. nora inseguano. Stia quindi all’erta. Stato Armata de-
plorevole, incapace agire per qualche tempo, 5
LA BATTAGLIA DI MOTTEGGIANA Divisioni essendo disordinate”.
(5 – 17 LUGLIO 1866) A questo punto Cialdini rinunciò definitivamente a
passare il Po, iniziando a sua volta la ritirata della sua
E’ fuor di dubbio che le quattro fortificazioni men- Armata sulla sponda sinistra del fiume Panaro. Il 26
zionate rappresentavano una seria minaccia durante mattina, La Marmora chiese a Cialdini di non abban-
lo svolgimento della campagna contro il Quadrila- donare le sue posizioni, ricevendone un rifiuto. Il
tero, tanto è vero che il Comando Supremo dell’Eser- Capo di Stato Maggiore dette allora le dimissioni, ma
cito Italiano già all’inizio delle ostilità aveva pensato sia il Re che il governo le respinsero. Dopo un incon-
di neutralizzarle. Una prima presa di contatto avvenne tro chiarificatore fra i due generali, avvenuto a Parma
il 23 giugno 1866 da parte della 4^ Divisione, coman- il 29 giugno, fu ribadita la strategia di avanzare sul
data dal Generale Alessandro Nunziante di Mignano Po con tutte le forze disponibili per investire poi il
che, superato il Po a Viadana, aveva il compito di te- Quadrilatero da est, non prima, tuttavia, di aver espu-
nere sotto minaccia Borgoforte, a sinistra e a destra gnato la testa di ponte austriaca di Borgoforte (sul
del fiume, contando sull’effetto sorpresa ma anche e fiume, 10 km a sud di Mantova).
soprattutto sul fuoco intenso ed improvviso delle A questo punto, il Generale Cialdini assunse perso-
grosse artiglierie del Colonnello Placido Balegno. nalmente il comando della seconda operazione contro
Ma la notizia della sconfitta di Custoza venne a bloc- la testa di ponte di Borgoforte. Tutto era pronto per
care questo massiccio intervento delle artiglierie ed il
tentativo di forzare la testa di ponte andò in fumo e Le fortificazioni
il generale di Mignano ripiegò su Guastalla. La scon- austriache sul Po
fitta di Custoza non fu di per sé grave, ma lo divenne rappresentavano
per le sorti definitive della guerra. Il Capo di Stato una seria minaccia
Maggiore, Generale Alfonso La Marmora ritenne il I per lo svolgimento
Corpo d’Armata e una parte del III non più in grado
di ricostituirsi, paventando l’ipotesi di una manovra della manovra
aggirante da parte degli austriaci da nord. contro
Di conseguenza fece saltare tutti i ponti sul fiume
Mincio e ordinò per la sua Armata un ripiegamento il Quadrilatero
fino al basso Oglio. Vittorio Emanuele II, intanto, nel
pomeriggio del 24 giugno, mentre ancora a Custoza
si combatteva, telegrafò al comandante delle forze sul
Po, Generale Cialdini (che aveva stabilito il suo Quar-
tier Generale a Ferrara), di passare immediatamente
all’azione avanzando, ma questi gli rispose che
l’avrebbe fatto l’indomani, secondo i piani prestabiliti.
Il 25 giugno Cialdini, ancora indeciso, ricevette nel
pomeriggio il telegramma di La Marmora del se-
guente tenore:
“Austriaci gittatisi con tutte le forze contro corpi Du-
28 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI