Page 28 - Notiziario 2024-6
P. 28
PAGINE DI STORIA
Scoperti in un locale
Un’azione che confermò che una ficcante attività in-
formativa, congiunta ad un attento controllo del terri-
torio e ad una unità di intenti tra forze di polizia non nascosto, i quattro
poteva che portare a risultati positivi.
Dopo il periodo a Trapani, Mori assunse l’incarico a
Palermo il 20 ottobre 1925. Egli vedeva l’annientamento soggetti, seppure
di mafia e banditismo nelle Madonie come una delle
sue principali missioni. Già la notte dell’1 sul 2 gennaio armati di fucile,
1926 attuò quello che sarebbe rimasto nella storia e
nell’immaginario collettivo come “assedio di Ganci”. Si
trattò di una azione, ammantata anche nei periodi suc- realizzarono
cessivi da una certa aurea leggendaria non sempre cor-
retta sotto l’aspetto storico (si veda la presunta interru- immediatamente
zione dell’approvvigionamento idrico e dell’energia
elettrica, giacché quei servizi non erano ancora stati l’inopportunità di
realizzati nel paese) svolta prima con una azione di in-
telligence in loco, quindi mediante una doppia cintura-
zione (dei monti intorno - tramite i nuclei mobili dei aprire un conflitto a
Carabinieri Reali - e della cittadina) ed infine un pro-
lungato rastrellamento casa per casa, diretto dal Que- fuoco. Tra di loro, lo
store Crimi coadiuvato dal Maggiore dei Carabinieri
Reali Artale che consentì infine l’arresto - anche per
un telegramma di Mori al Sindaco che fu reso noto dai stesso Giovanni
banditori cittadini nelle vie del paese:” Intimo a tutti i
latitanti esistenti in codesto territorio di costituirsi alle Dino, ed il fratello
forze dell’ordine entro le dodici ore successive alla lettura
del presente ultimatum. Decorso tale termine sarà proceduto
nei confronti delle loro famiglie, possedimenti e ogni specie Uno dei protagonisti dell’“assedio di Ganci”, il Maggiore
di favoreggiatori, fino alle estreme conseguenze” - nel- Giuseppe Artale, sarà inviato nell’ottobre successivo
l’immediatezza e nei giorni successivi di 130 latitanti e nella provincia di Girgenti (l’attuale Agrigento) con il
circa 300 favoreggiatori, e la connessa disarticolazione compito di annientare un’altra banda armata, la banda
delle famigerate bande Andaloro e Ferrarello. Verso la Sacco. L’attività diede i suoi effetti consentendo di as-
fine del mese di gennaio anche latitanti facenti parte sicurare ben 72 individui alla giustizia.
della banda Dino sottrattisi al blitz di Chibbò Piccolo Se i risultati nel contrasto al banditismo non mancarono,
si consegneranno alla giustizia. Tutti, compresi Giovanni per la mafia propriamente detta (ed a maggior ragione
Dino ed il fratello diciannovenne Carmelo, saranno per la “alta mafia”) Mori era consapevole delle difficoltà
giudicati nell’ambito del “maxi” processo (detto di Ter- da affrontare, come aveva affermato anni prima nel
mini Imerese, poiché ivi si tenne) alle bande madonite. corso di un suo precedente impiego in Sicilia: “il vero
I due Dino saranno condannati a 30 anni di reclusione colpo mortale alla mafia lo daremo quando ci sarà consentito
l’11 gennaio 1928 dalla Corte di Assise. Ricordiamo di rastrellare non soltanto tra i fichi d’india, ma negli am-
per inciso che accanto a Mori era stato nominato anche bulacri delle prefetture, delle questure, dei grandi palazzi
un nuovo Procuratore Generale di Palermo, Luigi padronali e, perché no, di qualche ministero”.
Giampietro, che a sua volta in quel periodo attuò una Molti storici ritengono che la vasta azione di quello
svolta nell’amministrazione della giustizia. che oggi giornalisticamente sarebbe indicato come “su-
28 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO IX