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PAGINE DI STORIA
azione”) su altri tre-quattro contermini. La loro missione
principale è quella di ricercare ed arrestare i latitanti,
scoprendo i favoreggiatori.
A Mori era stato suggerito di avvalersi come “forza”
della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, che,
come noto, doveva “provvedere in concorso coi corpi armati
della sicurezza pubblica … a mantenere nell’interno l’or-
dine pubblico”. Il Prefetto, pur ricorrendo ad alcuni ele-
menti di questa, preferì disporre, oltre che delle Guardie
di P.S., dei Carabinieri Reali. Al Maggiore siciliano
(originario di San Fratello) Giuseppe Artale fu affidato
così un battaglione, istituito per la bisogna il primo
agosto 1924 con una forza di circa 800 uomini ed il
compito di svolgere funzioni di ufficiale di collegamento
con le stazioni territoriali.
E, tornando alle Madonie, non vi è dubbio che Mori
bene aveva descritto la regione, che con le sue pittoresche
cittadine era cento anni fa ed è tutt’oggi una zona bel-
lissima e affascinante. È altrettanto vero che l’orografia
MAGGIORE GIUSEPPE ARTALE
di quel territorio ben si prestava ad una attività criminale
basata sul banditismo, con una catena montuosa che si
estende per circa 48 chilometri tra il fiume Torto e i
Monti Nebrodi nella Sicilia centro-occidentale, con In tal contesto storico si inserisce la fortunatamente
vette che possono raggiungere un’altitudine di quasi non cruenta, rilevante cattura da parte dei Carabinieri
2.000 metri. Un sistema che copre un’area significativa Reali della Banda Dino, costituita nel 1923 dal pregiu-
di 400 km quadrati di superficie totale, con alcune delle dicato originario di Petralia Sottana Giovanni Dino,
vette più alte della Sicilia. latitante per sottrarsi agli obblighi della misura di pub-
Ma nel 1925 come operavano i banditi sulle Madonie? blica sicurezza della “ammonizione”, che imperversava,
È ancora Mori a darci uno spaccato del loro imperver- a cavallo, nel territorio madonita compreso nel circon-
sare: “legati alla mafia, che li protegge e li utilizza, essi vi dario di Cefalù. Forte delle riuscite attività estorsive, la
imperversano con attività di ogni specie: controllano l’am- banda allargò il proprio ambito delinquenziale, produ-
ministrazione della cosa pubblica, riscuotono i tributi dei cendosi in scorrerie nella confinante, a sud, provincia di
loro amministrati, decidono gli appalti, scelgono galeotti Caltanissetta. Qui Dino impose ai proprietari di terreni
(sic) e campieri, intervengono nei più intimi rapporti fa- i propri campieri. Per quanti si ribellavano la punizione
miliari (eredità, matrimoni, controversie), regolano la consisteva in efferati omicidi. La ferocia di tali delitti
restituzione della refurtiva, difendono chi paga regolar- rese urgente la predisposizione di servizi di investiga-
mente il pizzu, combattono le bande forestiere che sconfi- zione e più ficcante controllo del territorio da parte dei
nano nel territorio, applicano rigorosamente la loro legge carabinieri, diretti dal Capitano Pietro Dardanelli della
(…). Caratteristica particolare: non si tratta di banditismo Compagnia Interna di Caltanissetta. Si svolse quindi
vagante, ma stabile”. inizialmente una raccolta di intelligence, in cui spiccò
26 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO IX