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CARABINIERI DA RICORDARE







                          IL CARABINIERE






                           VINCENZO








                              GIUSTINO









             Medaglia d’Argento al Valor Militare “alla Memoria”







                                                         di FABRIZIO SERGI





                       i è sempre complicato ripercorrere le dolo-  tore d’altri tempi. Questo accadeva prima della chiamata
                       rose  vicende  di  quegli  italiani  che  hanno  alle armi che per Vincenzo arrivò il 19 ottobre del 1922
            Mdato  la  propria  vita  nell’adempimento  del         nel Distretto di Siracusa. Fu assegnato al 2° Reggimento
            proprio dovere, intenti a perseguire sacri ideali di giu-  Bersaglieri presso il battaglione ciclisti, data la com-
            stizia e legalità con i quali sono stati educati. E mi viene  provata abilità del giovane, dove concluse il servizio di
            ancora più difficile raccontarle se, come in questo caso,  leva il 2 settembre del 1924. L’esperienza maturata nel
            quegli italiani sono stati giovani carabinieri come Vin-  regio esercito, fece nascere in lui il desiderio di arruolarsi
            cenzo Giustino, nato il 16 novembre 1903 a Palagonia,   nell’Arma dei Carabinieri Reali e fu quindi riammesso
            comune siciliano a sud della Piana di Catania e deceduto  in servizio triennale, quale carabiniere a piedi, prima
            il 2 marzo del 1935 all’età di 31 anni presso l’ospedale  nella Legione di Messina e poi in quella di Bari. Il 7
            di Dolo, in provincia di Venezia. Figlio di Giuseppe e  febbraio del 1928 fu assegnato alla Tenenza di Rodi,
            Grazia Greco, fin da piccolo Vincenzo era un appas-      nelle isole dell’Egeo, passaggio che a mio avviso, neces-
            sionato ciclista e con la sua bicicletta, donatagli dal pa-  sita di un breve approfondimento. La tutela dei sempre
            dre, amava scorrazzare per le vie di Palagonia e la uti-  maggiori interessi che l’Italia andava sviluppando nel
            lizzava anche per recarsi sul suo primo posto di lavoro:  bacino del Mediterraneo Orientale aveva reso fonda-
            un cantiere edile dove, verso gli anni ‘20, apprese un’arte  mentale, già nel maggio 1912, l’occupazione dell’isola
            ben nota nell’area etnea, quella del “murifabbro”, deno-  di Rodi nell’Egeo, anche allo scopo di reprimere il con-
            minazione oggi sorpassata che sta ad indicare il mura-  trabbando di guerra che si era stabilito tra la Turchia e



            60 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IX
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