Page 9 - Notiziario Storico 2023-3
P. 9

PAGINE DI STORIA








                                                                               Il primo vero



            Di lì a poco una piccola colonna di volontari, dopo aver
            attraversato il Garda, sbarcò a Pacengo e l’11 aprile as-    e proprio scontro
            saltò immediatamente una polveriera austriaca, per poi
            rifugiarsi a Castelnuovo. La reazione austriaca non si         armato tra i due
            fece attendere, in quanto da Verona sopraggiunse un
            grosso contingente di soldati che mise a ferro e fuoco il
            paese,  incendiandolo  e  sottoponendo  gli  abitanti  ad       eserciti, dopo il
            ogni  genere  di  sevizie.  Cagionarono  uno  spaventoso
            bagno di sangue noto come la “strage di Castelnuovo”,    passaggio del Mincio
            che è passato alla storia come l’episodio probabilmente
            più atroce della prima guerra d’indipendenza italiana.   delle truppe di Carlo
            Il  Generale  austriaco urn  und Taxis,  comandante
            della  crudele  rappresaglia,  scrisse  nella  sua  relazione
            “nulla poté resistere all’impeto delle nostre truppe”. La ri-  Alberto, si ebbe
            torsione degli austriaci si rivelò assolutamente spro-
            porzionata  nei  confronti  di  gente  inerme,  che  non   nel pomeriggio del
            partecipò affatto alle azioni di guerriglia. Solo 32 case
            sulle 175 censite in paese si salvarono e i morti secondo
            recenti  ricostruzioni  furono  ben  134,  ma  sarebbero    28 aprile tra alcuni
            stati certamente di più, se qualche soldato austriaco
            l’inferno di Castelnuovo ci fu anche chi divenne pazzo reparti della Brigata
            non si fosse opposto alla ferocia dei commilitoni. Nel-

            per il terrore.
            Nel frattempo i rinforzi richiesti da Radetzky, da con-      “Thurn und Taxis”
            trapporre all’avanzata piemontese, il giorno 16 aprile
            passarono l’Isonzo agli ordini del Generale Nugent e             e della Brigata
            questo dette modo al Comandante in capo di contenere
            la minaccia proveniente dal Po, tant’è che fece uscire le        “Wohlgemuth”
            truppe da Mantova per attaccare a Governolo i volon-
            tari, ma quest’ultimi resistettero così bene che gli au-
            striaci furono costretti a rientrare nella piazzaforte.
            Il veloce evolversi della situazione indusse Radetzky a  a nord per avvicinarsi alla città dalla Chiusa di Ceraino.
            mettere in atto il piano generale di difesa che aveva   L’esercito sabaudo annoverava come proprio Coman-
            predisposto e che presupponeva essenzialmente di fer-   dante in capo il re Carlo Alberto e come Capo di Stato
            mare l’avanzata dell’Armata sarda sui colli di Bussolengo  Maggiore il Generale Carlo Canera di Salasco. Si com-
            e Pastrengo, dove si erano tra l’altro svolte tante azioni  poneva di due corpi d’Armata più una di riserva, co-
            di guerra nel periodo napoleonico. L’obiettivo era quello  mandati rispettivamente dal Generale Eusebio Bava e
            di arrestare frontalmente il nemico e di attaccarlo sul  dal Generale Ettore Gerbaix De Sonnaz, mentre la di-
            fianco esposto, sia che i piemontesi passato il Mincio   visione di riserva era agli ordini di Vittorio Emanuele
            marciassero direttamente su Verona, sia che piegassero  Duca di Savoia, il futuro re.



                                                                      NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 3 ANNO VIII  9
   4   5   6   7   8   9   10   11   12   13   14