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PAGINE DI STORIA





                                         IL CARABINIERE CELSO BOTTEGHI




            gento al Valor Militare: “Secondo pilota di un apparecchio,
            attaccato, a circa 3000 metri di altezza, da un velivolo da
            caccia nemica, si comportava con grande calma e coraggio
            nel combattimento aereo, restando colpito a morte”. Il fatto
            d’arme che lo vide coinvolto va ricordato, anche perché
            il Brigadiere Mocellin era il copilota del Capitano di
            fanteria Ercole Ercole, già decorato con la Medaglia
            d’Argento al Valor Militare. Il bombardiere italiano fu
            attaccato dall’alto con un fiume di proiettili dall’agile
            caccia austro-ungarico. Una raffica crivellò la carlinga e
            Mocellin si abbatté fulminato sui comandi. Il Capitano
            Ercole, che era alla mitragliatrice anteriore, riuscì a tor-
            nare al posto di pilotaggio, seppur ferito. Nonostante i
            serbatoi squarciati e il funzionamento di un solo motore,
            l’ufficiale riuscì a raddrizzare il velivolo ad appena 300
            metri di altezza. Così atterrò in emergenza, a circa 50
            km dalla linea del fronte, in territorio nemico. Incen-
            diato il mezzo affinché non cadesse al nemico, fu creduto
            carbonizzato. Esausto per le perdite di sangue, si spostò  Motta di Livenza scese a quota talmente bassa da essere
            solo di notte, riuscendo ad evitare la cattura. Raggiunse  investito da una raffica di mitragliatrici nemiche che lo
            una  postazione  italiana  dopo  sette  giorni  di  marcia.  ferì gravemente alla testa ed infranse gli organi di comando
            Aveva una ferita in gangrena alla gamba, che gli fu par-  dell’apparecchio il quale, rimasto senza guida, precipitò a
            zialmente amputata. Fu decorato in vita con la Medaglia  terra riducendolo boccheggiante tra il groviglio di rottami”.
            d’Oro al Valor Militare. L’azione fu ricordata da Achille  Ricordiamo ora un altro giovane pilota morto nel no-
            Beltrame sulla copertina della “Domenica del Corriere”.   vembre  1917,  il  Carabiniere  Celso  Botteghi.  Nato  a
            Continuiamo il nostro ricordo con un altro corazziere   Verucchio (Forlì) il 19 febbraio 1895, aveva frequentato
            decorato di Medaglia di Argento al Valor Militare: il   il corso piloti a Torino, subito dopo la Scuola Allievi di
            Carabiniere guardia del Re Italo Luigi Urbinati, nato a  Roma. Durante il ripiegamento sulla linea del Piave,
            Modane (Francia) il 23 febbraio 1891. Durante le gior-  come il parigrado Urbinati, si moltiplicò in difficili ope-
            nate che segnarono il ripiegamento dall’Isonzo al Piave  razioni di guerra. In una di queste, il 18 novembre 1917,
            (24 ottobre-8 novembre 1917), la nostra aviazione fu    nei  cieli  di  Arsiero  (Vicenza),  fu  assalito  da  quattro
            impegnata nel ritardare l’avanzata austriaca. Il 2 no-  caccia nemici. Come tanti combattenti dell’aria, sostenne
            vembre 1917 ad Urbinati fu affidata la missione di bom-   caparbiamente l’attacco degli avversari che lo serrarono
            bardare un accampamento nemico a Motta di Livenza.      in una cerchia di fuoco. Alla sua memoria è stata con-
            Fu  abbattuto  dal  fuoco  avversario  mentre  con  il  suo  cessa la Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Pilota
            Caproni volava a bassissima quota. Alla sua memoria è   d’aeroplano, costante esempio ai compagni di devozione al
            stata concessa la Medaglia di Argento al Valor Militare:  dovere e di serena audacia, compiva numerose, difficili
            “Carabiniere guardia del Re chiese ed ottenne di far pas-  operazione di guerra. In una di queste affrontava con mi-
            saggio nell’aviazione, dimostrando, in tutte le azioni cui  rabile ardimento un’impari lotta con quattro apparecchi
            prese parte, sprezzo del pericolo e singolare audacia. Inca-  nemici da caccia, e dopo essersi difeso strenuamente cadeva
            ricato di bombardare un accampamento nemico presso      col proprio apparecchio, trovando morte gloriosa”.



            10 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO VIII
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