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A PROPOSITO DI...
forma quadrata con frangia in oro lungo i bordi, mentre tettiva. Per la tenuta estiva, invece, sul berretto da ma-
l’asta generalmente usata era quella delle vecchie lance resciallo maggiore veniva usato il fregio ricamato in
da cavalleria in legno di frassino con calciolo di ferro e oro e screziato di seta nera, mentre per i comandanti di
correggia di cuoio al centro. Secondo l’Istruzione, le Legione, il fregio era ricamato in oro su fondo robbio.
punte di ferro delle lance erano sostituite da frecce di La fiamma e la granata vennero utilizzate anche nello
metallo giallo con innesto a globo; la freccia all’interno stemma araldico, concesso all’Arma col Decreto 7 luglio
era costituita da un fucile e sciabola incrociati, sormontati 1932, anche se, in realtà, l’utilizzo avvenne a seguito
da granata fiammeggiante. della promulgazione del R.D. 2 maggio 1935 e delle
Nel 1931 fu la volta della riforma Basitrocchi, una vera Lettere Patenti del 27 maggio successivo. A proposito è
e propria rivoluzione in ambito uniformologico che bene osservare che anche lo stemma araldico, altro
non trascurò il fregio dei carabinieri. La riforma fu simbolo dell’Arma, ha subito nel corso della storia non
prevista col Regolamento sull’uniforme del 20 luglio, poche modifiche: ve ne sono stati ben cinque che si
modificato dal provvedimento Aggiunte e varianti n. 2 sono succeduti nell’arco di circa 80 anni. Nello specifico,
al Regolamento sull’uniforme del 1933 e stabilì, a proposito riguardo al fregio contenuto all’interno dello stemma,
del fregio dei carabinieri, per il cappello con pennacchio, si può notare che i colori utilizzati per la fiamma e per
l’utilizzo di un cappietto «fermato da una granata la granata furono diversi: sul primo e sull’ultimo stemma,
d’argento con fiamma sfuggente davanti, di metallo dorato, vale a dire su quello attualmente in uso, la granata è di
identica a quella prescritta per la giberna della bandoliera color oro; d’argento sul secondo e sul terzo; manca to-
ed ha sotto di sé la coccarda tricolore nazionale in seta del talmente sul quarto stemma araldico. E dal momento
diametro di mm. 95». Sul «berretto è applicato il fregio che la fiamma e la granata costituiscono il simbolo che
dell’arma: una granata ricamata in argento con filetto al- forse più di altri identifica i carabinieri, esso non poté
l’interno d’oro ed in mezzo la cifra reale pure d’oro, mancare sulle uniformi coloniali indossate nel corso
sormontata da una fiamma sfuggente ricamata in oro. La delle operazioni svoltesi in quegli anni in Africa; per
granata ha mm. 30 di diametro; la fiamma è alta mm. 35 questo tipo di uniformi fu previsto un fregio in metallo
e larga mm. 65». Per l’abito a code per la grande uniforme
per carabinieri e sottufficiali mod. 1933 era prescritto
l’uso del cappello di feltro nero con cappietto e granata
in packfond (argentone). Anche sulle punte delle code
erano applicate le granate a fiamma dritta.
La riforma Baistrocchi definì anche una particolare
uniforme mod. 1933 per marescialli, per la quale era
previsto l’utilizzo anche di un particolare elmetto me-
tallico di colore nero (Circolare 29 dicembre 1934). È
interessante in questo caso vedere come il «casco in
acciaio speciale, termicamente trattato», dotato di una
«cuffia interna, a sua volta costituita da: un’armatura
elastica in acciaio; un feltro di guarnitura in pelle di capra;
un lacciuolo anche in pelle di capra; un soggolo in pelle di
vacchetta, di colore grigio-verde». La fiamma impressa
sul casco era completamente diversa da quella finora
utilizzata ed era dipinta in argento opaco, poiché la
Circolare vietava tassativamente di eseguire applicazioni
di fregi o distintivi, mediante perforazioni o saldature
del casco, che avrebbero potuto ridurne l’efficacia pro-
52 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VIII