Page 59 - Notiziario Storico 2022-4
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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA







               Posizione deL meccanismo di sParo
               La posizione del cane e della martellina al lato de-
               stro della cassa della carabina non è un caso, in con-  a stare in piedi. Seguiamo passo passo le operazioni da
               siderazione del fatto che la maggior parte dei soldati  compiere valutandone la difficoltà. In primo luogo il
               era destrorsa, e quelli che non lo erano imparavano  militare  doveva  mettere  l’arma  parallela  al  suolo,  se
               da destri. La sua allocazione permetteva un carica-  non  si  trattava  del  primo  colpo,  doveva  soffiare  nel
               mento e un addestramento delle truppe univoco,       focone  per  spazzar  via  i  residui  della  precedente
               oltre al fatto che così posizionato, il meccanismo di  cartuccia  combusta  e  abbassare  le  temperature  dei
               sparo, il fumo e i residui di combustione si dirige-  metalli che avrebbero potuto incendiare, preventivamente,
               vano dalla parte opposta rispetto al viso del tiratore.  la polvere. Fatto ciò doveva montare il cane a mezza
               In cosa consistette la modifica delle carabine dei    corsa  (fargli  fare  solo  uno  scatto  indietro)  e  alzare
               Carabinieri Reali?                                   completamente  la  piastra  della  martellina.  Con  la
               Ovviamente si possono immaginare gli incidenti       mano libera doveva estrarre dalla giberna l’involucro
               che accadevano ai soldati intenti a caricare l’arma.  di carta contenente palla e polvere nera poi strappare
               Per eliminare l’inconveniente più comune quale lo    con i denti un’estremità, versando cautamente un giusto
               sparo accidentale, con la carabina mod.1814 da ca-   quantitativo di polvere nel bacinetto e infine chiudere
               rabiniere reale, venne montata una sicura. A volte   la  piastra.  Al  termine  di  questa  prima  fase  il  fucile
               durante il servizio l’arma, che si soleva portare carica  doveva essere messo in verticale, con il calcio a terra. A
               e pronta a sparare, poteva agganciarsi ad un ostacolo  questo punto poteva versare il resto della polvere nella
               con il rischio che il grilletto compiesse involonta-  canna facendoci scivolare alche la palla di piombo e la
               riamente il suo lavoro. Come risolvere l’inconve-    carta di involucro. Ora arrivava la parte più delicata.
               niente? Sarebbe bastato portare il cane disarmato,   Con la bacchetta in dotazione bisognava pressare tutto
               ma la martellina non si sarebbe più chiusa lasciando  in fondo alla culatta, facendo attenzione nel mettere la
               cadere la polvere d’innesco. Allora si pensò bene di  giusta dose di forza, perché una compattazione troppo
               svincolare la martellina una volta chiusa facendo in  energica avrebbe deformato eccessivamente il piombo
               modo che si rivolgesse verso la canna dell’arma, la-  del proietto impedendogli di uscire allo sparo oppure
               sciando nello stesso tempo il bacinetto chiuso.      la  polvere  avrebbe  potuto  innescarsi  senza  scintilla.
                                                                    Era frequente che in momenti concitati partissero in
                                                                    aria le bacchette rendendo inutilizzabile il fucile. Al
                                                                    contrario una compattazione insufficiente avrebbe fatto
            in avanti scoprendo il bacinetto dove è presente una    scivolare la palla dalla canna (perché non deformata) e
            piccola quantità di polvere nera che si accende, grazie  la  polvere  avrebbe  potuto  bruciare  e  non  esplodere.
            alle scintille. Questa accensione si propaga in un foro  Giunti a questo punto bisognava ricordarsi di rimuovere
            (il focone) che collega il bacinetto con l’interno della  la bacchetta e riposizionarla nella cassa del fucile, far
            culatta ove è presente in quantità notevole la polvere  finire  la  corsa  al  cane  e  infine,  portato  il  calcio  alla
            nera: il gioco è fatto. Più o meno. Il caricamento di   spalla, si faceva fuoco, e in un polverone bianco si con-
            questo ciclo che si conclude in circa un secondo ha bi-  cludeva l’azione. Il fatto che questa polvere producesse
            sogno di una lunga preparazione, più o meno calcolata   molto fumo non è un fattore di poco conto. Si calcoli
            in tre minuti. Di fatti il nostro carabiniere doveva pro-  che in guerra, dopo una scarica di fucileria di 3 o 4
            cedere in maniera autonoma allo svolgimento di ope-     colpi,  bisognava  aspettare  che  il  fumo  si  diradasse
            razioni  ben  precise.  Intanto  poteva  ricaricare  l’arma  perché  non  si  vedeva  più  il  nemico  e  i  fucili  erano
            solo in posizione eretta perché la lunghezza della canna  troppo caldi per essere pronti all’uso nuovamente.
            e la necessità di versarvi materiali all’interno lo obbligava                             Daniele Mancinelli



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO VII  59
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