Page 34 - Notiziario Storico 2022-4
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PAGINE DI STORIA
Governo hanno abbandonato la Capitale. In questo prostrazione. Il Maresciallo Antichi, avvertito dal cara-
clima surreale, il contingente di stanza al Gran Sasso, e biniere di guardia davanti alla camera del Duce, è il
chi lo dirige, si trovano ormai isolati, privi di disposizioni primo a intervenire nella stanza di Mussolini. Illustrò
chiare e precise. L’Ispettore Gueli sta esaminando l’idea così i fatti in un rapporto sull’episodio: «…nelle prime
di rendere più facile la liberazione di Mussolini attra- ore del mattino, il carabiniere di sentinella alla porta di
verso il suo trasferimento in un’altra località. Tuttavia, Mussolini, mi fece chiamare urgentemente. Mi recai in
gli si para davanti una difficoltà: è il Tenente Faiola di fretta da Lui perché Mussolini aveva tentato di tagliarsi i
cui, per la sua vicinanza a Badoglio, non si fida. La con- polsi con una lametta […] non senza far avvertire della
ferma che qualcosa sta per avvenire, Gueli la riceve dal cosa il Ten. Faiola. Trovai Mussolini con le mani insan-
Prefetto dell’Aquila con cui si incontra alla base della guinate e con una ferita ad ambo i polsi. Provvidi imme-
funivia. Costui lo informa di un imminente attacco te- diatamente a stringergli i polsi con una benda onde fermare
desco. La replica di Gueli al Prefetto è descritta nel l’emmoragia. Le lesioni non erano gravi (scalfitture) e si
memoriale che in seguito egli scriverà: «Mi mostro sicuro poté evitare il peggio. Successivamente Mussolini si pentì
del fatto mio e dico che non è il caso di preoccuparsi. Poi ri- dell’atto e pregò di non dar peso alla cosa. La lettera rimase
salgo e trovo il personale dell’albergo e della funivia in al- in possesso del Ten. Faiola».
larme. Il maestro di sci, Antonelli, mi dice che sono tutti A Campo Imperatore, però, oltre agli insani gesti di
preoccupati e che se ne vogliono andare. Lo rassicuro e non Mussolini, perdura la totale assenza di ordini e disposi-
dico nulla a Faiola per evitare che rinforzi il servizio». Il zioni. Ora che l’Italia è veramente “in tocchi” e che a
10 settembre, a due giorni dalla liberazione del Duce, Roma le Istituzioni sono acefale, cosa converrà farne di
Gueli riceve una telefonata da parte del Capo della Po- Mussolini? Soprattutto, laddove si attuino tentativi per
lizia il quale gli comunica che «le primitive disposizioni liberarlo, come bisognerà comportarsi? È plausibile che
relative alla custodia di Mussolini restano immutate». Ciò con il suo messaggio a Gueli, Senise volesse intendere
significa che il Duce non deve cadere vivo nelle mani che Mussolini non doveva cadere vivo nelle mani dei
di eventuali liberatori. tedeschi? Questa ipotesi, tuttavia, non appare coerente
Alle 3 del mattino del 12 settembre Mussolini incarica con gli eventi che subentreranno di lì a poco. In una
il Carabiniere Gravetto di recapitare una missiva al Te- sua lunga lettera al Duce, scritta dopo i fatti, l’Ispettore
nente Faiola: «Caro Faiola, scusa il disturbo e lascia che – Gueli riferì che «…alle 13,30 [del 12 settembre –
dopo un mese di vita in comune – ti dia del tu in quest’ora N.d.A.] mi chiama telefonicamente il Questore dell’Aquila
decisiva. Il caso ha voluto che proprio io prendessi la comu- e mi legge il seguente telegramma da Roma: “Raccomandare
nicazione ufficiale della radio tedesca, che ha detto letteral- Ispettore Generale Gueli massima prudenza punto Capo
mente […] “…il Maresciallo Badoglio ha promesso la con- polizia Senise». La medesima circostanza è testimoniata
segna di Mussolini agli Alleati” […] Il fatto che tu non dal Tenente Faiola in un suo promemoria del 1944:
abbia ricevuto ordini in tal senso, fino ad oggi, non esclude «…Gueli fu chiamato al telefono dal capo di gabinetto del
che tu li possa ricevere stanotte o domani. Tu sai, per dura Questore dell’Aquila. Potei, per suo invito, seguire la con-
esperienza, che cosa significhi cadere in mani nemiche. Ti versazione e ascoltare la lettura di un telegramma a firma
prego di risparmiarmi tale onta e tale rovina. Mandami la Senise che ricostruisco a memoria come segue: “Avvertite
tua pistola. Grazie e addio». Nella notte il Duce si procura ispettore generale Gueli di agire con molta prudenza”».
delle ferite ai polsi con una lametta da barba in quello Ma cosa significava “agire con molta prudenza”? Non
che apparirà un maldestro tentativo di suicidio signifi- v’è dubbio che si trattava di una frase sibillina e ambigua
cativo, comunque, di un quadro psicologico di forte che lasciava spazio a più d’una interpretazione. Nella
34 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO VII