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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA















                                                     di RAFFAELE GESMUNDO














            “Quello che si vede colpisce più rapidamente e più vivamente  preziosa di esempi e di insegnamenti” per i Carabinieri,
            di  quello  che  si  ode”.  Così  nel  1908,  citando  il  poeta  ma in particolar modo per i giovani allievi.
            Orazio, l’allora capitano dei Carabinieri Vittorio Gorini,  Da qui la proposta di costituire il Museo presso il Co-
            in servizio presso il Comando Generale dell’Arma, ini-  mando della Legione Allievi perché questa “è la sola co-
            ziava il saggio pubblicato sulla Rivista Militare Italiana  spicua collettività, in confronto della irradiazione molto
            dal titolo “Per un Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri”  frazionata dei carabinieri costituenti le altre Legioni, sia
            e che possiamo oggi ritenere il vero e proprio documento  perché l’educazione morale, il sentimento del dovere e della
            fondativo del Museo dell’Arma.                          disciplina, la devozione alla Patria, alle Istituzioni, alla
            Prendendo ad esempio i già costituiti Musei storici     Dinastia, possono più efficacemente trasmettersi e fissarsi
            dei Granatieri e dei Bersaglieri, ispiratisi al principio  nell’animo delle giovani reclute, raccolte da tante parti ed
            della predominanza dell’esperienza visiva nel riuscire  allevate ad idee non sempre, purtroppo, sane e confortanti”.
            a  suscitare  emozioni,  Vittorio  Gorini,  scriveva:  “Le  La necessità dunque di costituire un Museo custode
            narrazioni scritte, comunque eloquenti e poderosamente  delle tradizioni dell’Arma che non fosse solo lo scrigno
            sentite, non valgono a pareggiare l’impressione che l’animo  della sua memoria, ma un centro attivo di ispirazione
            e la mente ricevono dalla visione di quelle raccolte di me-  ai suoi più fulgidi ideali per i Carabinieri del domani.
            morie reali che riguardano la storia di un popolo, di una  Se nel 1908 l’idea Museo era già matura, non lo erano
            vita, di una istituzione. Per la via degli occhi fedeli, il  i tempi per la sua realizzazione. Un susseguirsi di eventi
            cuore  comprende,  sente  ed  apprende.  E  le  più  nobili  straordinari distolse l’attenzione e le risorse da quel-
            facoltà dell’animo si svolgono e si rinvigoriscono sotto il  l’ambizioso progetto portandolo al conseguente con-
            benefico influsso dell’esempio”.                        gelamento:  basti  pensare  che  sempre  in  quell’anno,
            Sulla scorta di tali considerazioni l’ufficiale aggiungeva:  pochi mesi dopo la pubblicazione dell’articolo di Vittorio
            “Non sarebbe per tale Arma (dei Carabinieri Reali), non  Gorini, vi fu il terribile terremoto che devastò Messina
            solo  una  giusta  onoranza  per  chi  fece,  ma,  di  più,  un  e Reggio e, solo tre anni più tardi, le Forze Armate af-
            poderoso  stimolo  ed  insegnamento  per  chi  deve  fare,  la  frontarono la guerra italo-turca e organizzarono l’azione
            raccolta dei ricordi e delle memorie che ne costituiscono la  militare nell’Egeo.
            storia parlante, dal dì della sua istituzione sino ai presenti,  Si dovette attendere il termine della Grande Guerra
            non facili tempi?”. Un Museo Storico dei Carabinieri    perché si potesse riprendere in considerazione quell’ormai
            Reali “ad onore dei forti che furono, e ad insegnamento dei  lontano  progetto.  A  schierarsi  a  favore  dell’idea  di
            giovani che sono destinati a colmare i vuoti operati dal-  Gorini  ora  si  annoveravano  più  numerosi  e  convinti
            l’inesorabile tempo”, sarebbe stato di sicuro una “scuola  sostenitori,  tra  i  quali  il  più  autorevole  fu  proprio  il



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO VII  53
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