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CRONACHE DI IERI



                                                                      Con i più imbarbariti



                                                                    pastori sardi dovevano



            muro a secco; e per maggior sfregio dell’ucciso furono            confrontarsi i
            arricciati i baffi col sangue che sgorgava dalle vene».
            E ha un bel dire il Farris quando tenta un diplomatico
            distinguo  tra  «il  banditismo  della  vecchia  leggenda  Carabinieri descritti
            sarda» in cui «il bandito rifuggiva quasi sempre dalla
            sanguinario dei suoi tempi. In verità a leggere con at- dal Maresciallo Farris.
            depredazione» e quello, secondo lui, ben più losco e

            tenzione sia il Saint Severin e il Lamarmora, testimoni
            attenti di quel fenomeno negli anni venti dell’ottocento,             Egli stesso
            sia le cronache delle spaventose efferatezze settecen-
            tesche di quei signori della macchia, «la delinquenza         è protagonista di
            che si fece legione in Sardegna» non muta affatto nei
            secoli. Con buona pace di tutti i sociologi e analisti        una impegnativa
            che hanno esaminato il fenomeno, è un etnografo ed
            esploratore tedesco, in quegli stessi anni di fine secolo,
            coevi della guerra alle bande sarde, a darci una cristal-   operazione contro
            lina quanto ficcante interpretazione di quella violenza
            disumana. A proposito dei Masai, tribù pastorale del-           una banda che
            l’Africa orientale che ben conosceva, così scrive Karl
            Peters: «dove il pastore è da centinaia di generazioni
            egli stesso macellaio delle sue greggi […] ivi deve pro-   spadroneggiava tra
            dursi per eredità un grado eccessivo di indurimento
            del cuore. Questa legge ha in ogni tempo fatto dei pa-         Tempio e Ozieri,
            stori delle stirpi nomadi una delle più selvagge appa-
            rizioni nella storia umana».
            Con i più imbarbariti di questi pastori sardi dovevano      con l’immancabile,
            confrontarsi i carabinieri descritti dal Farris. Egli stesso
            è protagonista di una impegnativa operazione contro      crudele spargimento
            una banda che spadroneggiava tra Tempio e Ozieri,
            con  l’immancabile,  crudele  spargimento  di  sangue,                 di sangue
            proprio mentre il Capitano Petella finiva di sgominare
            i latitanti di Morgogliai. Dopo mesi di sofferto eppure
            tenace inseguimento in quelle impervie lande graniti-   anni dopo la fortunosa fuga dal famoso assedio. Autore
            che e alle prese con gli attacchi delle onnipresenti feb-  di ben dodici omicidi, tra cui quelli di un appuntato e
            bri malariche, il nostro riesce finalmente a costringere  del  padre  di  un  tenente  dell’Arma,  colpito  a  tradi-
            i malviventi a costituirsi e a rinchiuderli nelle prigioni  mento, e ancora imputato di numerose tentate ucci-
            di Oschiri. Ma è l’ultimo atto dell’epopea di Morgo-    sioni, rapine, violenza privata, incendi dolosi, furto e
            gliai, nel luglio del 1901, a occupare il finale del libro,  uccisione di bestiame, il bandito continuava inoltre a
            che vede Giuseppe Lovicu da Orgosolo, noto come         terrorizzare il circondario con le minacce e tentava di
            “la belva umana”, soccombere finalmente ai militi, due  guadagnare nuovi accoliti alla sua banda. Individuato



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VII  25
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