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CRONACHE DI IERI





                                                                    IL CAPITANO GIUSEPPE PETELLA IN UNIFORME GRIGIO-VERDE






                                                                    a Nuoro una vera folla gremisce le strade del centro
                                                                    barbaricino,  ad  accogliere  il  drappello  reduce  dallo
                                                                    scontro e il Petella, smontato da cavallo, viene addi-
                                                                    rittura portato in trionfo dal popolo festante.
                                                                    Non è questo che uno dei numerosi episodi del con-
                                                                    flitto cruento tra militi dell’Arma e banditi descritto
                                                                    graficamente dal Farris. Come il ferocissimo corpo a
                                                                    corpo  tra  il  gagliardo  Maresciallo  dei  Carabinieri  a
                                                                    cavallo Salvatore Deriu, «tenace persecutore dei bri-
                                                                    ganti»,  e  un  pericoloso  quanto  mordace  latitante  di
                                                                    Fonni,  sul  quale  riesce  infine  ad  avere  la  meglio,  a
                                                                    costo però del padiglione dell’orecchio destro e di nu-
                                                                    merose ferite gravi di arma da taglio. Scene degne di
                                                                    certa filmografia western si succedono ad esempio nel-
                                                                    l’assalto alla corriera postale Oniferi-Orani: il furto
                                                                    dei valori che trasporta, i passeggeri costretti a mettersi
                                                                    bocconi per terra, l’inseguimento dei banditi da parte
                                                                    di carabinieri e barracelli – sorta di milizia rurale – tra
                                                                    i mirti e i lentischi delle gole rocciose, la grandine di
                                                                    fucilate, i morti e i feriti, la boscaglia data alle fiamme
                                                                    dai fuggiaschi e infine l’uccisione, «con ben aggiustati
                                                                    colpi  di  moschetto»,  dell’ultimo  malvivente  asserra-
                                                                    gliato in una grotta. E che dire dei travestimenti degli
                                                                    intrepidi carabinieri infiltrati, come il Brigadiere An-
                                                                    tonio Sulas, che riesce a sgominare con le sue squadre
                                                                    alcuni tra le più pericolose bande del circondario di
                                                                    Bolotana. Decine di episodi insomma di una saga che
                                                                    sembra uscita dalla penna di un Salgari, si moltiplicano
                                                                    invece crudamente reali, tra le rocce del Supramonte,
                                                                    nelle ispide campagne tra Nuoro e Orgosolo, dai tor-
                                                                    nanti di Orune sino alla marina di Cala Gonone, in
                                                                    tutto quello scenario tragico e stupendo della Barbagia
                                                                    d’allora.
                                                                    Ferocia, insieme a tutta la sua gamma aggettivante, è
                                                                    il termine tristemente più frequente nelle pagine del
                                                                    Farris, e a ragione. Tale era infatti la nuda realtà di
                                                                    quei tempi foschi: feroce. Una descrizione crudamente
                                                                    grafica, tra tante, rende giustizia alla plausibilità del-
                                                                    l’uso  di  quella  parola:  «La  testa  di  quel  disgraziato
                                                                    contadino  fu  staccata  dal  corpo  e  deposta  sopra  un



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VII  23
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