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CARABINIERI DA RICORDARE
Il Maresciallo Donati sapeva che il Lisci deteneva estorcendo una cospicua somma di denaro alla ricca
una pistola calibro 7,65, lo stesso dei bossoli rinvenuti famiglia di Metelio Dami. Il giovane Giulio Lisci
sul luogo del delitto. aveva scritto le due lettere minatorie su suggerimento
In casa del Tempesti i carabinieri raccoglievano diversi del Tempesti e, sempre il medesimo, aveva usato la
elementi che suffragavano i sospetti sul conto del pa- propria pistola contro i militari uccidendo il carabiniere
drone di casa e di Giulio Lisci: abiti bagnati, avvolti e ferendo il Maresciallo Donati. Una volta rientrati a
e nascosti in vari punti della casa, due biglietti da casa, bagnati e sporchi di fango, avrebbero pensato a
mille lire della Banca d’Italia – che saranno la prova far sparire gli abiti e tutto quanto avrebbe potuto ri-
regina in sede processuale poiché le serie stampigliate condurre al fatto. Il 15 maggio Teofilo Tempesti e
erano proprio quelle in possesso degli investigatori! – Giulio Lisci, imputati di estorsione, omicidio e tentato
e la pistola del Lisci, una Bernardelli calibro 7,65 omicidio, venivano tradotti presso il carcere di Pistoia,
che, sebbene apparisse ben pulita, emanava forte e mentre Brunetta Tempesti veniva denunciata in stato
chiaro odore di recenti detonazioni. Il Vice Brigadiere di libertà per il reato di favoreggiamento personale.
Di Maio decideva, così, di condurre tutti in caserma Il giorno appresso, nel pomeriggio, tutta la comunità
per interrogarli. Il Vezzoni, primo ad essere escusso, di Larciano dalle personalità delle istituzioni del ter-
riferiva di aver visto rincasare il suocero e il Lisci ritorio alla gente comune, si stringeva in un univoco
nella notte molto esagitati e che il Lisci, al momento profondo cordoglio in occasione degli imponenti fu-
dell’irruzione dei militari dell’Arma, aveva consegnato nerali organizzati per il povero Carabiniere Ruggiero;
qualcosa alla moglie chiedendole di nasconderla. Bru- fra i molti fiori compariva anche l’omaggio floreale
netta Tempesti, avendo dapprima negato un suo coin- di Metelio Dami che in un qualche modo era toccato
volgimento, aveva finito poi per ammettere di aver dall’evento luttuoso che aveva colpito gli affranti fa-
ricevuto un pacchetto dal Lisci e di essersene sbarazzata miliari del militare giunti in tutta fretta da Maiori.
gettandolo nel pozzo nero; subito recuperato si rivelava Alla fine della funzione il feretro di Alfonso Ruggiero,
essere quello contenente le finte banconote fatte con accompagnato dai congiunti, veniva condotto a Maiori
i giornali ritagliati. dove avrebbe trovato degna sepoltura nel cimitero
Dopo di ciò venivano interrogati prima Teofilo Tem- del paese natio.
pesti e poi Giulio Lisci. I due, di fronte alle evidenze La scomparsa del giovane militare dell’Arma trovava
emerse grazie agli elementi di prova suffraganti riscatto, l’11 luglio 1952, seppur fosse una magra
l’ipotesi investigativa della loro colpevolezza, rendevano consolazione, con l’intervento della giustizia; infatti
una confessione pietosa al pensiero che dal loro il procedimento penale a carico degli imputati cul-
disegno criminale fosse scaturita la morte di un minava quel giorno con la sentenza della Corte
giovane carabiniere. d’Assise di Firenze che condannava il Lisci all’ergastolo
La deposizione dei due maggiori indagati avveniva e il Tempesti a trent’anni di reclusione e comminava
anche di fronte al Pretore di Monsummano Terme ad entrambi la pena accessoria dell’interdizione
che aveva raggiunto Larciano, il quale disponeva il perpetua dai pubblici uffici.
trattenimento nelle camere di sicurezza della locale A Larciano ancora oggi un cippo, fatto erigere presso
Stazione dei Carabinieri. il luogo del delitto dall’Amministrazione comunale
Ecco in breve la ricostruzione degli eventi, il Tempesti ed inaugurato il 28 agosto 1949, ricorda questa
e il Lisci, entrambi spazzini assunti dal Comune di giovane vittima del dovere.
Larciano, avevano deciso di rimpinguare il loro introiti Gianluca Amore
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO VI 61