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CRONACHE DI IERI
Ezio Giorgetti e
Osman Carugno
tevano denunciarli: sapevano benissimo che perdere
altro tempo e continuare a dare loro ospitalità avrebbe nascosero i trentotto
significato cagione di grossi guai. Eppure i Giorgetti
rimasero impassibili dinanzi ad ogni nefasto scenario.
Pochi giorni dopo (tra il 12 e il 13 settembre) Ezio ebrei per più di un
Giorgetti si presentò presso gli uffici della Stazione
Carabinieri per conferire con il comandante. Il giovane anno (377 giorni),
sapeva di non sbagliare. Sapeva benissimo che poteva
fidarsi di quel Carabiniere. Carugno ricevette nel pro-
prio ufficio l’albergatore e alcuni rappresentanti del rischiando galera
gruppo tra cui il Konforti. Non ci volle molto per capire
perché quelle persone fossero là. Anche il Maresciallo e fucilazione.
Carugno avrebbe potuto farli arrestare. Denunciarli e
farli deportare tutti. Ma non ci pensò minimamente.
Chiese in cambio solo la massima prudenza. Da quel Non fu impresa
momento il Maresciallo Carugno prese in mano la vita
di quelle trentotto anime senza alcun timore per la sua da poco
incolumità e quella della moglie e dei due figli. Anzi,
con il gruppo di profughi instaurò un rapporto di soli-
darietà. Con alcuni di essi (Josef Konforti e suo suocero
Ziga Neumann) il maresciallo strinse una vera e pro- nità imponeva. Solo così si poté raggiungere la fatidica
pria amicizia. In questo contesto Giorgetti e Carugno data del 24 settembre 1944. Con l’arrivo degli alleati
nascosero i trentotto ebrei per più di un anno (377 in Emilia Romagna il piano del Giorgetti e di Carugno
giorni), rischiando galera e fucilazione. Occorreva sod- fu portato a termine. La comunità di ebrei poté final-
disfare ogni necessità. Fornire a ogni persona nuovi do- mente raggiungere i luoghi liberati e imbarcarsi per far
cumenti, il cibo necessario e ogni genere di ritorno in patria. Tutti insieme non finirono mai di rin-
approvigionamento. Non fu impresa da poco. Il nemico graziare il Maresciallo Carugno dell’aiuto offerto. Uno
non era certo sprovveduto. Carugno era al corrente dei degli Ebrei salvati ricordò così l’attività svolta dal ma-
rischi cui andava incontro ma non ebbe mai un attimo resciallo: “Carugno ci aiutò senza nessun compenso o fine
di esitazione. Il gruppo fu tenuto nascosto presso l’al- ulteriore. All’inizio, come ci disse, compì il suo dovere, ma
bergo per un discreto periodo. Dopo qualche mese se ci avesse mandato fuori dalla zona di sua competenza,
venne tradotto e nascosto da Bellaria a Igea Marina. nessuno avrebbe potuto incolparlo di non aver comunque
Successivamente fu necessario un ulteriore e rischioso fatto il suo dovere, o di aver cooperato col nemico. Lui era
trasferimento. Prima a San Mauro, infine a Pugliano un fedelissimo del Re ed eseguiva gli ordini senza esitare.
nel Montefeltro. Durante quel lungo periodo tutta la Col tempo, fra lui e mio suocero si allacciò una vera amici-
comunità stretta intorno al maresciallo dei carabinieri zia. Il suo comportamento era da amico e non da militare
si rese protagonista e si distinse per coraggio, umanità che eseguiva ordini. Quando uscimmo dal territorio di sua
e discrezione. In molti si adoperarono per collaborare, competenza, lasciò tutto e venne ad aiutarci». Uno degli
per reperire coperte e alimenti, per cercare soluzioni ai scampati, Leopold Studeny, definì Osman Carugno: “il
problemi quotidiani che quella situazione di clandesti- nostro protettore in tutti i momenti”.
46 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO VI