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CRONACHE DI IERI
di GIANLUCA AMORE
La sera della scomparsa di Gabriele d’Annunzio,
il Comandante della Compagnia di Salò,
«designato dalla fiducia del Vate»,
insieme ad un prefetto e un architetto,
acquisiva in consegna provvisoria
il Vittoriale degli Italiani
l 1° marzo 1938 scomparve un uomo che aveva visite di letterati e artisti, di personaggi politici, di
trascorso la propria straordinaria vita fra le av- ammiratrici e amanti. Proprio in quell’eremo che, per
venture belliche e quelle amorose, l’ardimento sua precisa volontà, già nel 1925 era stato dichiarato
I nei mari e nei cieli della guerra e l’aristocratica “Monumento Nazionale” e da poco meno di un anno
mondanità dei salotti della nobiltà e dell’alta borghesia, era entrato a far parte del patrimonio della Fondazione
lasciando l’eredità di una raffinata produzione letteraria del Vittoriale degli Italiani, il principe di Montenevoso
e del proprio mito. Il 23 marzo successivo Gabriele esalò l’ultimo respiro. Erano le otto di sera ed era se-
d’Annunzio avrebbe compiuto settantacinque anni. duto al tavolo del suo studio.
Dopo l’epilogo della spedizione fiumana e l’esperienza La forte personalità ne aveva in alcuni momenti reso
della Reggenza del Carnaro, si era ritirato sul lago di imprevedibile il comportamento, specialmente negli
Garda, all’interno di una villa che aveva presto preso a ultimi anni di vita. Gli usi, le abitudini e i capricci del
trasformare, insieme con l’architetto Gian Carlo Ma- Vate, talvolta esasperati per il perseguimento di quella
roni, nello scrigno di quei cimeli che ne riflettevano “vita inimitabile”, avevano sempre suscitato la preoc-
lo stile, il gusto e la personalità! Qui aveva ricevuto le cupazione del Capo del Governo che avvertiva intac-
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