Page 80 - Notiziario 2019-6
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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA













            simbologia riportava tutto a questa “famiglia acqui-    città dell’Impero. Il loro armamento e la loro strut-
            sita”.  Sul  cappello  portavano  simbolicamente  un    tura, obsoleta per moltissimi anni, fu in contrasto
            cucchiaio, erano conosciuti con il nome di “ogiaq” (il  spesso con la volontà di dotarli di armi moderne o di
            focolare). Il simbolo che recavano in battaglia non     formarli  come  gli  eserciti  europei,  tanto  da  farli
            era una bandiera ma il “Quazan”, un pentolone in cui    insorgere e “rovesciare il pentolone” (il loro segno di
            cucinavano la zuppa e il riso del Sultano. I gradi dei  ribellione era rovesciare proprio quel pentolone sim-
            loro  ufficiali  rispettavano  i  livelli  presenti  in  una  bolo del corpo) non accettando nella maniera più
            cucina: Sguattero, Capo                                 categorica elementi di discontinuità con il loro pas-
            Sguattero fino ad arri-                                 sato e le loro tradizioni. Il Sultano, per tenere nelle
            vare  al  comandante                                    sue grazie questi fanti turbolenti, era “costretto” a far
            della  compagnia  che                                   di tutto. Dai tempi di Solimano il Magnifico, anche
            veniva chiamato “ciorba-                                il Sultano era formalmente arruolato nel corpo dei
            si” (la zuppa), inteso come                             Giannizzeri, nella prima compagnia e da buon sol-
            padre che da la zuppa.                                  dato riceveva la paga come gli altri, da ritirare in
            Il loro impiego non era previsto                        caserma rigorosamente vestito in “Dolman” (divisa da
            solo in situazione di guerra, ma si                      parata). All’atto dell’elezione, il Sultano, oltre che
            concretizzava  anche  con  lo  spegni-                      ad elargire una donazione ai suoi “commilitoni”,
            mento  di  incendi  nelle  città  e  nella                     passava  davanti  la  caserma  dei  Giannizzeri
            collocazione come guardie di confine, come                        proferendo le seguenti parole: “ci rivedremo
            truppe imbarcate e come guarnigione principale                      alla mela rossa”, come a dire “sarete con me
            di Costantinopoli.                                                     il giorno della vittoria finale”, per valo-
            Questa  particolare  pluralità  d’impiego  alla  fine                    rizzare  la  loro  figura.  In  ogni
            dell’1800 porterà i Giannizzeri al cospicuo numero                          compagnia vi era un “Derviscio”
            di 50.000 unità. Con la conquista di tutto il Nord                            (povero),  l’equivalente  di  un
            Africa i Giannizzeri approdarono anche nelle nuove                              monaco, pur non esistendo


                         YATAGAN CORTA DI TIPO TURCO


























            80 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO IV
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