Page 79 - Notiziario 2019-6
P. 79
CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
futuro ai propri figli. Questi fanciulli venivano sud- scalata simile e raggiunse il grado di Capudan Pascià
divisi tra i più promettenti, che potevano accedere a comandante della flotta imperiale, all’indomani della
corte dove studiare sotto il controllo e a contatto sconfitta di Lepanto (7 ottobre 1571), nella quale si
diretto con il Sultano, predisposti a ricoprire cariche distinse tra i comandanti mussulmani.
statali, militari o addirittura potevano diventare Il restante frutto della “raccolta dei bambini” veniva
“Gran Visir”. inviato ai contadini dell’Anatolia dove lavoravano per
Esempi famosi sono quelli di Sokollu Mehed Pascià qualche anno, dopodiché venivano richiamati e
(1506-1579), un bambino cristiano ortodosso di ori- impiegati nelle fila dei Giannizzeri.
gine bosniaca, di Sinan Capudan Pascià (1545-1602) In un grande esercito di guerrieri a cavallo, come
al secolo Scipione Cicala di Genova, “Sinan” (il quello Ottomano, i Giannizzeri erano gli unici a
genovese). Quest’ultimo dopo essere stato catturato manovrare l’archibugio, il “tufek”, in prima linea nelle
da una nave ottomana fu costretto alla conversione e guerre. Il loro addestramento non era più approfon-
venne arruolato nei Giannizzeri. Si potrebbe scrivere dito o sofisticato rispetto a quello di altri soldati, ma
un romanzo su Scipione o Sinan che dir si voglia, che il loro punto forte era quello spirito di corpo ben
da prigioniero scalò rapidamente le posizioni sociali saldo e la consapevolezza dell’influente ruolo politico
diventando dapprima generale, rais e infine Gran raggiunto nell’Impero. Talmente influenti erano i
Visir sotto il regno di Solimano il Magnifico. Su di Giannizzeri che per ben tre volte furono la causa
lui il noto cantautore Fabrizio De André scrisse una della caduta di un Sultano (Osman II nel 1624, Ibra-
canzone dal titolo Sinan Capudan Pascià. Molti mari- him nel 1648 e Selim III nell’1808). Per non parlare
nai, corsari di origine italiana arrivarono ai più alti degli innumerevoli comandanti e governatori che
gradi dirigenziali ottomani. Un umilissimo pescatore fecero mettere a morte. La loro totale devozione, la
calabrese, Giovanni Dionigi Galeni (1500-1587), loro stessa vita era rivolta al Corpo, ai loro ufficiali
con il nome mussulmano di Uluc Alì, “il tignoso”, comandanti. Per legge non potevano contrarre matri-
dopo quindici anni di remo in una galera, fece una monio e vivevano rigorosamente in caserma. La loro
YANIÇERI, CON PENTOLONI E CUCCHIAIO
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO IV 79