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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA















            futuro ai propri figli. Questi fanciulli venivano sud-  scalata simile e raggiunse il grado di Capudan Pascià
            divisi tra i più promettenti, che potevano accedere a   comandante della flotta imperiale, all’indomani della
            corte dove studiare sotto il controllo e a contatto     sconfitta di Lepanto (7 ottobre 1571), nella quale si
            diretto con il Sultano, predisposti a ricoprire cariche  distinse tra i comandanti mussulmani.
            statali,  militari  o  addirittura  potevano  diventare  Il restante frutto della “raccolta dei bambini” veniva
            “Gran Visir”.                                           inviato ai contadini dell’Anatolia dove lavoravano per
            Esempi famosi sono quelli di Sokollu Mehed Pascià       qualche  anno,  dopodiché  venivano  richiamati  e
            (1506-1579), un bambino cristiano ortodosso di ori-     impiegati nelle fila dei Giannizzeri.
            gine bosniaca, di Sinan Capudan Pascià (1545-1602)      In un grande esercito di guerrieri a cavallo, come
            al  secolo  Scipione  Cicala  di  Genova,  “Sinan”  (il  quello  Ottomano,  i  Giannizzeri  erano  gli  unici  a
            genovese). Quest’ultimo dopo essere stato catturato     manovrare l’archibugio, il “tufek”, in prima linea nelle
            da una nave ottomana fu costretto alla conversione e    guerre. Il loro addestramento non era più approfon-
            venne arruolato nei Giannizzeri. Si potrebbe scrivere   dito o sofisticato rispetto a quello di altri soldati, ma
            un romanzo su Scipione o Sinan che dir si voglia, che   il loro punto forte era quello spirito di corpo ben
            da prigioniero scalò rapidamente le posizioni sociali   saldo e la consapevolezza dell’influente ruolo politico
            diventando  dapprima  generale,  rais e  infine  Gran   raggiunto  nell’Impero. Talmente  influenti  erano  i
            Visir sotto il regno di Solimano il Magnifico. Su di    Giannizzeri che per ben tre volte furono la causa
            lui il noto cantautore Fabrizio De André scrisse una    della caduta di un Sultano (Osman II nel 1624, Ibra-
            canzone dal titolo Sinan Capudan Pascià. Molti mari-    him nel 1648 e Selim III nell’1808). Per non parlare
            nai, corsari di origine italiana arrivarono ai più alti  degli  innumerevoli  comandanti  e  governatori  che
            gradi dirigenziali ottomani. Un umilissimo pescatore    fecero mettere a morte. La loro totale devozione, la
            calabrese,  Giovanni  Dionigi  Galeni  (1500-1587),     loro stessa vita era rivolta al Corpo, ai loro ufficiali
            con il nome mussulmano di Uluc Alì, “il tignoso”,       comandanti. Per legge non potevano contrarre matri-
            dopo quindici anni di remo in una galera, fece una      monio e vivevano rigorosamente in caserma. La loro

                                            YANIÇERI, CON PENTOLONI E CUCCHIAIO



























                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 6 ANNO IV  79
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