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CRONACHE DI IERI






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            lizia, cioè certo Angiolino Roberto, un pregiudicato, con le sue importanti



            già destinatario di un ammonimento di P.S.. Il 1°
            maggio venne subito fermato il Vernacchio e il giorno     informazioni, riferite
            ancora dopo venne tratto in arresto pure il Roberto.
            Le indagini, seguite e coordinate anche dal Coman-        al Tenente Viggiano
            dante del Gruppo di Avellino, il Maggiore Cesare
            Leonardi, frenetiche e minuziose, si protrassero non            e al Maresciallo
            senza difficoltà per le reticenze e le mezze confessioni
            rese dai primi indagati tratti in arresto. La pertinacia
            sia del Comandante della Compagnia di Sant’Angelo             Chiarizia, si rivelò
            dei Lombardi che del Maresciallo Chiarizia, il quale
            aveva alle dirette dipendenze i due poveri militari ri-     il testimone chiave
            masti uccisi, apprezzati dalla gran parte della popola-
            zione,  produsse  altri  positivi  risultati  il  giorno  3
            maggio, quando fu la volta del fermo e dell’arresto di     prima per gli spunti
            altri due sodali: Sabino Palagano e Angiola Colucci.
            Erano stati, dunque, catturati, uno ad uno, tutti i par-            e gli sviluppi
            tecipanti al piano criminale a cominciare proprio dal
            Vernacchio che, con le sue prime confessioni, aveva
            agevolato le indagini.                                        investigativi della
            Tra  tutti  gli  arrestati,  però,  soltanto  il  Vernacchio
            aveva deciso di collaborare fornendo alcune indica-           polizia giudiziaria
            zioni, mentre tutti gli altri negarono risolutamente
            ogni partecipazione ai fatti. Lo stesso Vernacchio a          e poi per i giudici
            sua volta, sebbene avesse ammesso di essersi trovato
            sul luogo del furto, negò con decisione di essere stato
            armato, di aver incrociato il De Mita e di averlo mi-          in dibattimento
            nacciato per allontanarlo.
            Ma il Tenente Viggiano e il Maresciallo Chiarizia
            tennero fede alle dichiarazioni fatte da Vincenzo De
            Mita, persona degna di fede e nota al comandante di     Altro particolare tenuto in considerazione dalla poli-
            Stazione  e  ritenuto,  nella  circostanza,  testimone  zia giudiziaria fu che il Roberto nei giorni del fermo
            molto attendibile perché mai aveva mostrato dubbi       e dell’arresto aveva un bastone delle stesse caratteri-
            nel riconoscere nel Vernacchio colui che lo aveva mi-   stiche e soprattutto delle stesse dimensioni di quello
            nacciato col fucile puntato, nell’Angiolino Roberto     trovato e sequestrato sul luogo del duplice omicidio.
            colui che lo aveva seguito a scopo intimidatorio per    Tanto bastò all’Arma di Nusco per chiudere le inda-
            alcune decine di metri inducendolo a fuggire a gambe    gini e compilare, il 17 maggio 1941, un corposo rap-
            levate e in Antonio Porcelli la persona di bassa sta-   porto  giudiziario  per  la  magistratura,  mentre  gli
            tura  e  minuta  che  armeggiava  davanti  al  portone  arrestati erano già tutti ristretti in carcere a Sant’An-
            della merceria.                                         gelo dei Lombardi.



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO IV  59
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