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camminare, lo seguì per un certo tratto ed a distanza
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                                                                      stanziarsi fuggendo; così, imboccata la via principale,
                                                                      raggiunse, dopo tre quarti d’ora, l’abitato di Torella,
                                                                      ove si recò a chiamare il Dr. Preziosi, al quale narrò
                                                                      quanto gli era capitato. Il sanitario non volle credere al
                                                                      racconto, e si affrettò a fare svegliare l’autista per re-
                                                                      carsi in macchina a Nusco. Lungo la strada però, per-
                                                                      dette molto tempo, causa di un guasto al motore e di una
                                                                      bucatura, e giunse a Nusco verso le quattro dove, nel
                                                                      luogo ove il duplice omicidio si era verificato, trovò di-
                                                                      versi individui ed il Maresciallo dei Carabinieri e si
                                                                      premurò a prestare le prime cure al Carabiniere Posil-
                                                                      lipo; dopo di avere constatato la morte del povero For-
                                                                      misano. Soltanto allora il Dr. Preziosi si convinse che
                                                                      era vero quanto gli aveva narrato il De Mita, il quale
                                                                      si era con lui accompagnato, e che anche al Maresciallo
                                                                      narrò subito gli incontri avuti qualche ora prima. Più
                                                                      tardi allo stesso Maresciallo riferì che nell’individuo
                                                                      incontrato nella piazzetta S. Amato aveva riconosciuto
                                                                      Vernacchio Antonio suo concittadino, col quale era in
                                                                      vecchi rapporti di conoscenza, e descrisse le sagome dei
                                                                      due individui scorti nei pressi del negozio della Mi-
                                                                      gnone, uno di statura piccola e magra l’altro con anda-
                                                                      tura piuttosto claudicante».
                                                                      Da Sant’Angelo dei Lombardi giunse subito anche
                                                                      il Tenente Valentino Viggiano, in quel periodo in-
                                                                      terinalmente al comando della Compagnia, che as-
                                                                      sunse subito la direzione delle indagini già avviate
                                                                      dal Maresciallo Chiarizia.
            sistere una partoriente; il De Mita aderì alla richiesta ed  La mattina del 1° maggio, purtroppo, per le ferite
            uscì attraversando l’abitato di Nusco, dove, nei pressi   riportate il Carabiniere Posillipo spirò e con la sua
            della statua di S. Amato, nella piazzetta omonima, scorse  morte restarono un’altra vedova e altri orfani!
            la sagoma di un individuo fermo; poiché egli era uscito   Nei giorni che seguirono il delitto l’attività investi-
            senza cerini, si avvicinò allo sconosciuto e gliene richiese  gativa non ebbe sosta giacché il De Mita aveva for-
            uno per accendere una sigaretta, ma lo sconosciuto per    nito preziose informazioni. Il Tenente Viggiano e
            tutta risposta gli spianò un fucile sul viso ed impose di  il Maresciallo Chiarizia si misero, così, subito sulle
            proseguire per i fatti suoi. Il De Mita andò via e, in vi-  tracce del Vernacchio, mentre il rinvenimento di un
            cinanza della porta del negozio della Mignone, scorse altri  bastone sul luogo del delitto aveva catalizzato l’at-
            due individui uno dei quali, continuando il De Mita a     tenzione su un individuo già noto alle forze di po-



            58 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO IV
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