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PAGINE DI STORIA
Tenente Alfredo Sandulli Mercuro
Nacque a Napoli l’11 gennaio 1919.La sua vocazione per la vita militare si manifestò fn
dalla adolescenza. In tenera età partecipò come allievo ai corsi di formazione presso la
Scuola Militare “Nunziatella”. Successivamente fu ammesso all’Accademia di Modena
dove completò la preparazione ed ottenne il grado di sottotenente il 1° novembre 1938.
Successivamente fu destinato in Friuli Venezia Giulia dove resse per un breve periodo la
Tenenza di Udine. A domanda fu trasferito nel luglio del 1941 al 1° Battaglione Carabi-
nieri Paracadutisti. Personalità dinamica, rigoroso e aperto ad ogni forma di esperienza,
partì per l’Africa Settentrionale dove combatté su quel fronte (Cirenaica) sino a marzo
del 1942, partecipando alla battaglia di Eluet el Asel.
Dopo il rimpatrio fu assegnato alla Tenenza di Prato. Nel maggio del 1942 gli fu afdato
il Comando della 27ª Sezione Mista Carabinieri Mobilitata addetta alla Divisione Fan-
teria “Acqui” dislocata sulle isole ioniche. Il 1° agosto dello stesso anno fu promosso tenente. Il 1° dicembre 1947
l’Università di Napoli, ove era stato iscritto (prima di partire per la Grecia) al quarto anno di giurisprudenza, volle
premiarlo conferendogli la laurea “ad Honorem” alla memoria. Per il comportamento avuto durante la battaglia
dell'Eptaneso gli fu concessa la M.O.V.M. “alla Memoria” con la seguente motivazione: “Comandante di Sezione
Carabinieri addetta al comando della eroica divisione ‘Acqui’ nell’isola di Cefalonia, nelle tragiche giornate che seguirono
FIUME, 1919. GABRIELE D’ANNUNZIO PARLA AI LEGIONARI
la proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943, durante le quali la divisione, perduto completamente ogni col-
legamento con la Patria e con altri reparti, attaccata da forze preponderanti tedesche, si sacrificò quasi al completo com-
battendo per non cedere le armi al nemico, fu costante esempio di serenità e di fermezza, concorrendo coi propri carabinieri
ai violenti combattimenti per la difesa dell’isola, riconquistando caposaldi già occupati dal nemico e non cessando la lotta
se non quando dopo tredici giorni di furiosa battaglia, le truppe italiane furono sopraffatte dalle soverchianti forze te-
desche. Catturato con altri trecento ufficiali delle varie armi, si offrì spontaneamente tra i primissimi al plotone d’ese-
cuzione nemico, affrontando serenamente con fierezza di soldato e con stoica fermezza la morte. Fulgido esempio di onor
militare, di cosciente dedizione alla patria. S.Teodoro di Argostoli 24 settembre 1943”.
IN BASSO ALCUNI LUOGHI OVE AVVENNERO LE FUCILAZIONI NAZISTE, A SINISTRA LA FAMIGERATA CASETTA ROSSA
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO IV 37