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PAGINE DI STORIA
LA BATTAGLIA
DELL’EPTANESO
di GIOVANNI SALIERNO
ntorno le ore 10 del mattino del 24 fucile colpì ripetutamente al braccio lo sventurato uf-
settembre 1943 tre ufficiali dei Cara- ficiale, rese inutile il gesto. Poco dopo il quartetto
binieri e uno di Fanteria procedevano scortato da un drappello di soldati tedeschi, raggiunse
lenti per una stradina costeggiata da un’ampia spianata. In fondo una casetta rossa delimi-
agavi e tamerici. In un’atmosfera sur- tava la piazza. Un odore nauseabondo di polvere da
reale, triste presagio di quanto stesse sparo rendeva l’aria irrespirabile. Da un lato giacevano
per avvenire, l’ufficiale di Fanteria, con i corpi semi sepolti di ufficiali e soldati italiani. Dal-
voce ansimante pronunciò le seguenti l’altro un plotone di soldati del Reich, dal ghigno bef-
I parole: “Capitano non possiamo far fardo, attendeva l’ordine di fare fuoco. All’orizzonte il
niente? Dobbiamo proprio morire?”. Il capitano si cielo plumbeo si univa al grigiore del mare a testimo-
fermò un istante e con un filo di voce rispose: “Figlio niare il clima funesto di quel tragico mattino. Improv-
mio raccomandati a Dio”. Poi si voltò per riprendere, viso un frastuono. Un bagliore. Il balbettio della
mesto, il proprio cammino. Tra le mani stringeva “una mitraglia. Poi il silenzio. Il buio. La fine.
fotografia dei suoi cinque figliuoli che consumava di baci Così vennero barbaramente trucidati il Capitano dei
e bagnava di lacrime”. Seguiva, avvinghiato al capitano, Carabinieri Giovanni Mario Gasco, il Tenente Al-
un giovanissimo sottotenente dei Carabinieri. Tre- fredo Sandulli Mercuro e il Sottotenente Orazio Pe-
mante. In lacrime. Nel pugno destro racchiudeva un truccelli. L’ufficiale di Fanteria, miracolosamente,
ciondolo a forma di cuore. Conteneva l’immagine di riuscì a sopravvivere al fuoco del plotone di esecu-
una giovane sposa. Pochi passi più indietro il terzo uf- zione. Era il triste epilogo della battaglia delle Sette
ficiale dell’Arma, si attardava nel tentativo di conse- Isole che sì disputò in quel settembre 1943 tra gli
gnare all’autista il proprio orologio. Voleva fosse eserciti tedesco e italiano. I tre ufficiali pagrono con
portato in dono ai suoi uomini. L’intervento brusco e la vita la scelta di non aver voluto combattere al fianco
maldestro di un militare tedesco che con il calcio del dei tedeschi.
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO IV 31