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PAGINE DI STORIA
Forse le forze ribelli
annidate in quel
travolgendolo, e rapidamente dilagò al tergo determi-
settore non avevano nando l’inevitabile sconfitta”. Tra i documenti dell’Uf-
ficio Storico dell’Arma, la testimonianza resa il 16
come obiettivo dicembre 1945 dal Tenente di Amministrazione Sil-
vano Citernesi, che riferì sulle dichiarazioni dei ca-
rabinieri rientrati a Valona dopo l’attacco partigiano
l’imboscata ai reparti nei pressi di Selenizza. “Eravamo all’incirca verso i
primi di marzo del 1943 quando in seguito a una ope-
italiani, ma in razione offensiva da parte dei partigiani albanesi contro
le miniere di Selenizza fu deciso credo dal Comando su-
periore dei Carabinieri Reali d’Albania, l’invio della
collegamento con 17ª Compagnia a prendere la zona. Non ricordo con pre-
cisione in quale giorno di detto mese giunsero a Valona i
altre forze similari, carabinieri della 17ª Compagnia con il Capitano Raf-
faele e il Tenente Nucifora, ricordo solo che dopo una sosta
progettavano un notturna gli ufficiali e i carabinieri partirono da Valona
per Selenizza il giorno seguente. Il reparto fu rinforzato
da alcuni Carabinieri della Legione di Valona. Prese il
attacco su Valona comando dell’operazione il Tenente Colonnello Ricci
Giuseppino allora comandante il Gruppo di Valona. Il
giorno seguente alla partenza di detto reparto giunsero
le prime notizie di un attacco da parte di partigiani al-
boscata ai reparti italiani, ma che sostassero forse in banesi per impedire che i Carabinieri prendessero possesso
collegamento con forze similari per un attacco su Va- di Selenizza. Infatti cominciarono a giungere a Valona
lona, che la voce pubblica già da vari giorni prediceva i primi Carabinieri sbandati, giunse anche il Tenente
e che trova riscontro anche in comunicazioni ufficiali Nucifora”. Citernesi aveva appreso dal racconto dei
pervenute alla Legione di Valona e fatte pervenire superstiti che il Tenente Colonnello Ricci, il Capi-
alle autorità militari. Dalle testimonianze raccolte dal tano Raffaele e molti Carabinieri erano stati fatti pri-
Colonnello Bertarelli, Ricci a più riprese rifiutò sde- gionieri. “I tentativi per la restituzione dei prigionieri
gnosamente la resa. Poi, verso le 19, un compatto nu- furono vani e la loro sorte rimase sconosciuta. Verso l’8
cleo di partigiani sbucò dalla macchia ma venne settembre 1943, trovandosi il sottoscritto in montagna
investito da raffiche di mitragliatrici e fucileria e de- in conseguenza della capitolazione dell’Italia ebbe modo
cise di appiattarsi nuovamente tra le frasche. “È allora di incontrare un partigiano albanese certo Jamail da
– continua la relazione Bertarelli – che si udì per l’ul- Giorush non meglio identificato, il quale dichiarò di aver
tima volta una voce intimare: ‘colonnello, arrendere, ar- tenuto in casa sua per due mesi a disposizione del co-
rendere, siete circondati’. Pur oramai consapevole del mando dei partigiani di Tito il Tenente Colonnello Ricci
tragico destino che lo attendeva, si alzò in piedi e lanciò e il Capitano Raffaele e che questi furono poi fucilati in
un’ultima bomba a mano verso il nemico. Approfittando seguito ad ordine giunto direttamente dalla Jugoslavia”.
della penombra e forte della superiorità numerica il nu- Viene sempre dall’Ufficio Storico dell’Arma la testi-
cleo nemico si precipitò allora verso il centro dei nostri, monianza del Sottotenente di Pubblica Sicurezza
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO IV 27