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CRONACHE DI IERI
«Mi disse di essere
stata ferita da
non perché io volessi attentare al suo onore, ma per meglio
menare ad effetto il mio disegno, per fare cioè che la punta
dell’arma si trovasse immediatamente a contatto del corpo Alessandro Serenelli,
della Goretti, senza l’impedimento delle sue vesti. La Go-
retti, supponendo che io volessi novellamente attentare al
suo onore, impaurita, mostrò di voler cedere alle mie lascive a causa che non
voglie, ma siccome mio pensiero era di sacrificarla per il su
accennato scopo, senza che avesse avuto mai a commettermi aveva voluto cedere
alcuna mancanza, diedi di piglio a detto punteruolo e tra-
mazzata a terra, le vibrai dei colpi sul suo nudo addome. La
Goretti riuscì ad alzarsi, chiamando la madre in soccorso, e alle sue lascive
mentre essa mi rivolgeva il dorso, io le vibrai ancora altri
colpi in sito. Essendo la Goretti novellamente caduta a terra, voglie, e che,
io la credetti morta, e quindi, ritiratomi nella mia stanza
chiusi la porta tirando indietro la cordicina per sottrarmi al-
l’ira popolare, e mi distesi sul mio letto in attesa dei carabi- precedentemente,
nieri per farmi tratte in arresto». Nell’immediatezza del
trare in casa fu Giovanni Serenelli che, non sapendo cosa costui, ancora un’altra
misfatto consumato in pochissimi minuti il primo ad en-
poter fare poiché forse atterrito per la scena raccapric- volta, aveva attentato
ciante di Maria agonizzante a terra con l’abito macchiato
di sangue, istintivamente uscì fuori di casa e dalle scale
gesticolando animosamente fece cenno alla madre della al suo onore, ma
giovanetta di raggiungerlo subito in casa, azione che fu
notata anche da alcuni vicini che subito accorsero. In un essa non aveva nulla
baleno si ritrovarono in casa Mario Cimarelli e pochi se-
condi dopo i fratelli di questi, Antonio e Domenico. Fu
Mario Cimarelli che pietosamente e con sangue freddo riferito alla madre,
raccolse in braccio la povera vittima e la adagiò sul letto,
nella camera della madre, e così lo raccontò al magi- avendole detto
strato: «[…] vidi sul pianerottolo della scalinata […] Gio-
vanni Serenelli a fare segno con mano ad Assunta Goretti e
poi a me ed ai miei fratelli Antonio e Domenico, col dire di il Serenelli che,
andare in quella casa colonica. Io vi giunsi per primo ed il
Serenelli, mostrando a me la ragazza Maria Goretti, che altrimenti, l’avrebbe
giaceva carponi a terra […], mi disse: “Vedi, questa dice di
essere stata ferita da Alessandro Serenelli, ma costui non si ammazzata»
trova qui”. Raccolta da terra la Goretti, con le vesti tutte in-
trise di sangue, l’adagiai sul letto della madre. Sopraggiunta
mia moglie Teresa Longarini, insieme alla stessa io presi a
62 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV