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CRONACHE DI IERI







                  Quando la madre


               di Maria fu ascoltata                                vittima erano compatibili proprio con quel punteruolo,


              dal giudice istruttore                                peraltro ancora sporco di sangue.
                                                                    E così, il 17 luglio, il pubblico ministero poté rassegnare
                                                                    alla Camera di Consiglio del Tribunale la requisitoria
              mostrò al magistrato                                  con la richiesta di esercizio dell’azione penale a carico di
                                                                    Serenelli Alessandro e la conseguente «traduzione degli
             la gonna, la camicetta                                 atti all’ill.mo Sig. Procuratore Generale per l’ulteriore corso
                                                                    di giustizia». Il giorno seguente l’organo giudiziario, con-
                                                                    correndo sufficienti indizi per i capi d’imputazione con-
               e il corpetto sporchi                                testati, accolse la richiesta del magistrato e ordinò il
                                                                    rinvio dell’accusato dinanzi alla Corte d’Assise di Roma.
                    di sangue che la                                Poco meno di tre mesi dopo, l’11 ottobre 1902, si celebrò
                                                                    la prima udienza del processo nel corso della quale ven-
                     figlia indossava                               nero ascoltati nuovamente tutti i testimoni citati e anche
                                                                    alcuni altri indicati dalla difesa dell’arrestato.
                                                                    Infatti, tra la fine di settembre e poco prima della cele-
                        al momento                                  brazione dell’udienza, gli avvocati Dante Veroni e An-
                                                                    tonio Cano, avevano presentato al Presidente della Corte
                     del tentativo di                               d’Assise, due istanze per richiedere la citazione dei fra-
                                                                    telli Fortunato e Rinaldo Casoni e Giuseppe Cerulini,
                                                                    tutti dimoranti nella tenuta del Mazzoleni, e tale Ales-
                  violenza sessuale                                 sandro Pesci da Albano Laziale. Questi avrebbero potuto

                                                                    riferire che il giovane «veniva assalito periodicamente tre
                    e del ferimento.                                o quattro volte all’anno – si legge nell’istanza – da fortis-
                                                                    simi dolori di capo, e durante tali eccessi perdeva la coscienza
                                                                    e commetteva le più strane pazzie. Che normalmente era di
                   Indumenti posti                                  indole ottima e incapace di far del male a chicchessia». I due

                                                                    professionisti, visti gli specifici casi patologici esistenti
                        in sequestro                                nella famiglia dell’omicida, convinti della limitata capa-
                                                                    cità di autodeterminazione del loro assistito avevano
                                                                    anche deciso di richiedere la citazione del professore
               unitamente all’arma                                  universitario Giovanni Mingazzini, medico psichiatra

                                                                    del Manicomio di Roma, il quale aveva avuto in cura la
                      del delitto, un                               madre e il fratello del loro assistito. L’accusa per contro

                                                                    citò, in qualità di perito, il professore e medico chirurgo
                         punteruolo                                 Nicola de Pedys. Tre giorni dopo la Corte emise il ver-
                                                                    detto, ed eccone lo stralcio: «[…] i giurati, col loro ver-
                                                                    detto,  hanno  ritenuto  Serenelli  Alessandro colpevole  di
                    di 23 centimetri                                omicidio volontario premeditato – si ricorderà che questi

                                                                    aveva preso e messo da parte, in posizione di favore, il



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV  65
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