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PAGINE DI STORIA






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                                                                          inevitabile fonte
            tudine che vi hanno trovato i santi che vi hanno vissuto,
            dal fervore religioso dei pellegrini che ci si addentravano,
            dall’opera trasformatrice delle azioni dei regnanti, nobili  ispiratrice per poeti,
            e comunità che le hanno possedute e trasformate, dagli
            eserciti che le hanno attraversate. Inevitabile fonte ispi-  pittori e viaggiatori
            ratrice per poeti, pittori, viaggiatori e incredibile terra
            di geni che tanto hanno dato al progresso delle scienze
            e delle arti. Vallombrosa è il luogo dove Galileo Galilei         di ogni sorta;
            frequentò  il  noviziato,  è  citata  da  Ludovico  Ariosto
            nell’Orlando Furioso, paragonata al paesaggio dell’Eden        incredibile terra
            da John Milton. Le sue foreste sono il frutto delle cure,
            della gestione, dei possessi e anche delle razzie, che pos-   di geni che tanto
            sono essere ricostruite nei più piccoli dettagli per l’ine-
            vitabile seguito che tale immenso valore etico, storico,
            artistico ed economico nei secoli ha rappresentato. E’              hanno dato
            anche una storia di alberi e più di tutti di faggi ed abeti,
            che con  l’Abbazia di Vallombrosa hanno attraversato,        al progresso delle
            giungendo fino a noi, il medio evo, la soppressione na-
            poleonica dei conventi del 1808, la demanializzazione
            in epoca sabauda del 1867 e due guerre mondiali. In         scienze e delle arti
            queste foresta ogni albero, cespuglio fin anche i fiori,
            sono stati piantati dalla mano dell’uomo e quelli spon-
            tanei (alcune specie di rilevantissimo valore scientifico)  XIV). L’opera prima dei monaci e successivamente dei
            dall’uomo tutelati e salvaguardati. Qui, più che in ogni  forestali è riscontrabile ancora oggi addentrandosi nei
            altro luogo, è tangibile quanto afferma ancora Di Be-   boschi, in particolare osservando gli alberi che circon-
            renger, dal momento che non esiste “monte o fonte di    dano l’Abbazia e costituiscono un vero museo vivente
            qualche importanza, non fiume o scaturigine di acqua pe-  (per approfondimenti si veda La selvicoltura vallombro-
            renne, non spiaggia aperta, non luogo celebre, non bivio o  sana da Giovanni Gualberto ai giorni d’oggi di Ciancio
            trivio di via pubblica, che non avesse avuto il suo sacrario  O., Nocentini S.).
            con albero o bosco, tutelati da un nume. Il popolo, special-  Testimoni di quanto fecero i più eminenti maestri delle
            mente nelle selve, celebrava sagre annuali con riti e pratiche  scienze botaniche e forestali sono altresì i secolari esempi
            poco dissimili da quelle che sono in uso a’ dí nostri, e vi an-  di arboreti nei pressi dell’Abbazia, nucleo “unico in Italia
            dava in pellegrinaggio”.                                e sicuramente uno dei più importanti d’Europa” (Index
            Il periodo della Repubblica fiorentina vide queste foreste  plantarum Vallis Umbrosae,  Ernesto  Allegri  1970, Gli
            donate all’Opera del Duomo di Santa Maria del Fiore     arboreti sperimentali di Vallombrosa, Fulvio Ducci e Au-
            e il legname estratto destinato a diventare ponteggi per  gusto Tocci  1991).  La  prima  collezione  di  piante  fu
            la cupola del Brunelleschi o ad alimentare i cantieri na-  realizzata da Di Berenger già nel 1869 e trasferita vicino
            vali di Pisa e Livorno, sfruttando la via naturale dell’ac-  l’Abbazia da Vittorio Perona, tra i suoi primi alunni e
            qua  rappresentata  dall’Arno  che  “nasce in falterona e  poi  suo  assistente.  La  collezione  venne  allargata  nel
            cento miglia di corso nol sazia” (Dante, Purgatorio, Canto  corso degli anni creando più sezioni, che costituiscono



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV  47
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