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PAGINE DI STORIA






                                                                    ALLIEVI FORESTALI IN ESERCITAZIONE
                                                                    NELL'ABETINA DI VALLOMBROSA



                                                                    La storia della vita del Monaco Giovanni Gualberto
                                                                    racconta di sue peregrinazioni dopo un periodo di per-
                                                                    manenza a S. Miniato. Riprendendo ancora le parole
                                                                    dal documento di Giuseppe Maria Brocchi, “promulgati
                                                                    pubblicamente sulla piazza di Firenze per Simoniaci il Ve-
                                                                    scovo, e l’Abate, (denuncia come frutto di simonia l’ele-
                                                                    zione dell’Abate Uberto da parte del Vescovo Attone)
                                                                    si fuggí dalla Città, andando qua e là per le solitudini degli
                                                                    Appennini. Raggiungerà Camaldoli dove da poco aveva
                                                                    eretto un romitorio S. Romualdo”, colui che nell’atto della
                                                                    sua partenza gli predisse la fondazione di Vallombrosa.
                                                                    Lasciò dopo alcuni mesi il romitorio dei Camaldolesi
                                                                    per seguire la sua vocazione.  E’ proprio nel luogo del-
                                                                    l’Appennino  preannunciato da S. Romuldo che il Mo-
                                                                    naco si fermò. Vallombrosa allora era denominata “Ac-
                                                                    quabella”, che ancora il Brocchi descrive così: “posto in
                                                                    una Vallata alla metà d’un monte nella Diocesi Fiesolana
                                                                    tra ‘l Casentino, Valdarno, e Val di Sieve, il quale per l’oscu-
                                                                    rità cagionata dagli altissimi abeti, e folti faggi, che ivi in
                                                                    gran copia si trovavano, poi Vallombrosa chiamassi”.
                                                                    In questo luogo trovò due monaci di San Salvatore a
                                                                    Settimo che si esercitavano alla vita eremitica, Paolo e
                                                                    Guntelmo. Lo accolsero amorevolmente nei pressi di
                                                                    un  grande  albero,  denominato  poi  il  Faggio Santo di
                                                                    Vallombrosa, “che tuttavia ancor si vede, e che prodigiosa-
                                                                    mente prima degli altri ogni anno le sue foglie produce e
                                                                    dopo gli altri le depone”. Questo albero si trova lungo il
                                                                    circuito delle cappelle e dei tabernacoli all’interno della
                                                                    foresta. I documenti storici attestano che nel 1037 vi fu
            inevitabili reazioni del clero corrotto e favorevoli con-  una prima donazione di terre alla Comunità e due anni
            sensi  della  comunità  cittadina  che  ne  aveva  colto  il  dopo la Badessa Itta del Monastero di S.Ilario al Fiano
            rigore riformatore.                                     regalò ai religiosi le terre dove si erano stabiliti e una
            Tali vicende segnarono profondamente la comunità fio-   grande porzione della montagna. Il primo oratorio in
            rentina dell’epoca. Come narra Paolo Di Re, Benedet-    legno con altare in pietra fu lì consacrato nel 1038.
            tino di Vallombrosa, in Giovanni Gualberto nelle fonti  La nuova famiglia monastica sorta dall’opera di Gio-
            dei secoli XI-XII, “Così Firenze, mediante l’opera di Gio-  vanni Gualberto venne quindi chiamata Vallombro-
            vanni ed i suoi monaci, si pose alla testa del movimento ri-  sana.  Ai  suoi  monaci  dobbiamo  i  primi  rudimenti
            formatore in Italia, che sarà legato all’opera e all’azione di  della  coltivazione  dei  boschi,  dai  quali  discende  la
            papa Gregorio VII, il quale fu uno dei più decisi sostenitori  scuola  italiana  dell’arte  di  tenere  razionalmente  le
            e stimatori di Giovanni Gualberto”.                     selve, sorta negli stessi luoghi cari ai religiosi.



                                                                     NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 4 ANNO IV  45
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