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PAGINE DI STORIA






                                                                         Il 5 febbraio 1945


                                                                      assunse il comando

            diverso colore per garantirsi, nel futuro, il massimo
            supporto popolare. Peraltro, come annota Cesare Ma-          della 1^ Divisione
            relli, comandante della brigata Stelvio, la divisione era
            “una struttura più imposta che nata per volontà dei par-
            tigiani del posto”. Le bande si erano costituite indipen-  Alpina Valtellina e il
            dentemente e quasi nessuno dei comandanti era stato
            mento operativo, Motta fece ricorso anche a burocra- 13 aprile il comando
            nominato dall’alto. Per imporre disciplina e coordina-


            tiche circolari e da più parti emerge che non godesse
            di particolare considerazione: non si può escludere che  unico di tutte le forze
            la designazione di Alessi quale suo sostituto avesse
            questa motivazione. Questi nella Confederazione El-     partigiane della Valle.
            vetica teneva i contatti con la Legazione italiana di
            Berna e con esponenti della Resistenza valtellinese e    Dal mese di febbraio
            il 5 febbraio 1945, su richiesta del C.L.N. e del Co-
            mando delle forze partigiane dell’Alta Valle, assunse
            il comando della 1^ Divisione. Si voleva attribuire una        era ricercato dai
            più solida connotazione alla formazione, per interagire
            adeguatamente con quelle autonome o d’ispirazione              fascisti, convinti
            comunista, che preoccupavano il governo Badoglio e
            gli Stati Uniti. Rientrato, inviò un appello a tutti i
            Gruppi, del quale riportiamo le frasi più significative:             che stesse
            «E’ intendimento di questo Comando di offrire un’ultima
            tavola di salvezza ai traviati che militarono nelle file       predisponendo
            dell’oppressore. Sono noti al Comando di Divisione i sen-
            timenti che ardono nel cuore dei guerriglieri tutti, così
            com’è noto quanto costerà loro aprire le braccia a chi militò  le istruttorie per
            con il tedesco. Ma è nel nome dell’Italia, è nel nome dei
            Caduti che vogliono pace e non sangue, è nel nome di Cri-      i processi che la
            sto Redentore che il Comando della Divisione si rivolge ai
            Partigiani e alla loro generosità. I comandanti delle For-  Resistenza avrebbe
            mazioni i quali, tutti, con alta saggezza, hanno già con-
            venuto sulla necessità di questo passo, facciano presente ai
            loro uomini che incombe il dovere di tutto tentare perchè  avuto in programma
            non si inasprisca la guerra civile, perchè il braccio dei tra-
            viati sia disarmato dalla libera persuasione anziché dalla      di celebrare nei
            violenza, in tutti i casi in cui ciò può essere tentato. Lotta
            senza quartiere ai ladri e agli assassini, redenzione per
            tutti coloro che caddero nelle mani dell’oppressore vittime       loro confronti
            della frode e della violenza».



            22 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 2 ANNO IV
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