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CRONACHE DI IERI
in quel giorno aveva già fatto una delle solite scenate op- poca profondità detti incarico ai miei lavoranti (…) di
ponendosi alla mia volontà di far cuocere il pane nel mio farmi una fossa e piantarmi due piedi di fico in un’altra
forno a certo Violi Francesco, che lavorava in quel casale. località del detto mio orto. (…) nella notte, tolsi la Lucia
Verso un’ora di notte [ovvero un’ora dopo il tramonto] dalla fossa, ove prima giaceva, (…) e in quella fossa più
il “Capoccetto”, del quale ignoro il nome e che sta a lavorare profonda la riposi, e dove rimase fino a che non fu scoperto
con Taddei al Ponte Nomentano [dalle indagini si appurò, il fatto. – l’Angelelli poi proseguì ribattendo le affer-
poi, essere tale Emiliano Cardone], venne a chiedere mazioni del figlio che aveva dichiarato di averlo visto
un litro di vino, ed io discesi nella sottostante bottega per issare il corpo della convivente ad una trave del soffitto
darglielo. Con me venne la Lucia, la quale, lungi da della camera da letto e negando di avere sferrato delle
ritornare al letto, rimase col detto Capoccetto a giuocarsi a coltellate alla donna sia prima che dopo dell’omicidio
carte il vino, e con loro erano Casini Fabio, Pellegrini – … se sul suo cadavere, come mi dite, furono riscontrati
Francesco e due operai (…). – erano tutti cottimisti al- due colpi di coltello ad una coscia io non vi so dare altra
loggiati temporaneamente in una stanza al pian terreno spiegazione all’infuori di quella che, giacendo nella seconda
della casa dell’Angelelli, ai quali questi chiese una di- fossa quelle lesioni fossero state (…) cagionate [da] alcuni
chiarazione scritta, mai ottenuta, attestante l’allonta- ragazzi [che] andavano saggiando il terreno con un
namento della Montanucci –. Ritornato al letto più canna».
volte richiamai la Lucia perché smettesse di giocare, ma Le indagini proseguirono con la raccolta delle testi-
essa, non prima delle 11, avvinazzata come il solito, salì monianze delle persone in grado di riferire informazioni
sopra e prima di entrare nella camera mia, passando per utili alla ricostruzione della vicenda pregressa e so-
quella ove dormivano i tre miei figliuoli, dette loro delle prattutto del delitto e ovviamente con l’interrogatorio
solenni sculacciate. Di ciò mi dolsi aspramente con la di Antonio Marcantonio, accusato di correità dall’An-
Lucia, ma costei rivoltasi contro di me mi dette un sonoro gelelli. Il Marcantonio, chiamato a comparire presso
schiaffo, ed io allora pensai che era giunto il momento di Regina Coeli il 19 dicembre, respinse tutte le accuse
farla con lei finita. La Lucia si adagiò sul letto e fu colta che gli erano state rivolte ed anzi chiese di essere
subito dal sonno. Io allora, presa una fune, la legai da l’un messo a confronto con l’Angelelli; prelevato l’accusatore
dei capi allo scanno del letto, e avvoltala attorno al collo dalla cella l’atto si compì immediatamente e fu in
della Lucia, serrai forte dall’altro rendendola per tal modo questo momento che il Marcantonio con veemenza
in breve istante cadavere. Dopo di ciò la misi in un sacco confutò e ribatté le affermazioni che gli rivolse nuova-
e la portai nel vicino orto. Ivi giunto (potevano essere le 2 mente Gaetano Angelelli, affermando che in quella
ant.) vidi un uomo che riconobbi essere Marcantonio An- notte egli era a dormire nell’alloggio riservato ai
tonio, che mi stava rubando i broccoli. A lui per necessità lavoranti della tenuta, posto piuttosto lontano dal
dovetti svelare tutto, raccontandogli il segreto, e gli diedi luogo dell’orrore.
lire dieci per farmi una fossa ove la Lucia fu seppellita. E La lettura degli atti ci consente di apprendere che tutti
poiché il Marcantonio diceva di essere creditore della i compagni del Marcantonio affermarono di non aver
Lucia di Lire 6, nel seppellirla le diede un colpo di zappa mai visto o essersi accorti di questi uscire a notte
tra il fianco e la schiena - pronunziando le seguenti fonda dalla capanna. Domenico Marinelli, il responsabile
parole - “Se le sei lire me le hai date possa io andare al- a cui loro ed altri salariati facevano capo per i lavori
l’infermo, se no che vi possa andare tu”. Dopo quattro o nella tenuta, dichiarò, ad esempio, che tutti i lavoranti
cinque giorni dal fatto, temendo che il cadavere avesse salariati, assunti per brevi periodi, alloggiando nella
potuto essere scoverto dagli animali, perché seppellito a capanna allestita per ospitarli, si trovavano a dormire
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IV 75