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CRONACHE DI IERI








                     In meno di un anno dalla morte della



                Montanucci, avvenuta nella notte tra il 15


              e il 16 novembre del 1900, e dalla scoperta



            del delitto, dieci giorni dopo, il procedimento


                   penale a carico dell’assassino fu definito


                                           fino all’ultimo grado







            tutti  insieme  su  di  un  alto  tavolaccio  non  molto  di Consiglio del Tribunale (di Roma) per l’assunzione
            spazioso e «… poiché non si dorme molto comodamente,    delle  decisioni  circa  l’esercizio  dell’azione  penale  sul
            anzi si giace stretti, io giudico che non è possibile che esso  conto dell’Angelelli e del Marcantonio. La confessione
            Marcantonio nella notte in cui fu uccisa la Mentanucci, o  del maggiore imputato, fatta subito, quel 26 novembre
            in altra notte, si fosse alzato prima dell’ora consentita. Il  1900, prima ai carabinieri di Portonaccio e poi al per-
            ripetuto  Marcantonio  come  gli  altri  lavoratori,  anche  sonale della Pubblica Sicurezza intervenuto poco dopo,
            durante la notte, sono sempre da me invigilati, perché io  ribadita  negli  interrogatori  svolti  in  carcere,  fecero
            per primo all’ora del governo, cioè, verso le cinque, mi alzo  propendere l’organo giurisdizionale per il rinvio a giu-
            e veglio gli altri. Sempre ciò avvenne e perciò ripeto, non è  dizio; per il Marcantonio, sul quale gravava la respon-
            possibile che Marcantonio si fosse allontanato durante la  sabilità del favoreggiamento, invece, venne dichiarato
            notte».                                                 il non luogo a procedere per l’inesistenza del reato.
            Intanto l’anno 1900 si era chiuso e il 10 gennaio 1901,  Il fascicolo processuale venne dunque inviato al Pro-
            in  un  secondo  interrogatorio,  all’Angelelli  vennero  curatore Generale presso la Corte d’Appello per pro-
            mostrati i reperti sequestrati dai carabinieri di Porto-  seguire  l’azione  penale.  La  Corte  d’Assise  di  Roma,
            naccio, ovvero un sacco di iuta e una corda di canapa   competente a giudicare stante la gravità del delitto, il
            che  l’imputato  dichiarò  riconoscere  negli  oggetti  di  21 maggio 1901 emise la sentenza di condanna alla
            cui si era servito per la commissione del delitto. Ma   gravissima pena della reclusione per trent’anni, all’in-
            egli volle anche mettere in guardia gli inquirenti circa  terdizione  legale  durante  la  pena,  all’interdizione
            le dichiarazioni fatte dai testi indicati dal Marcantonio:  perpetua dai pubblici uffici e alla vigilanza speciale di
            «…se egli, come voi dite, ha offerto a suo discarico tutti i  P.S. per dieci anni a decorrere dalla fine della pena re-
            suoi compagni di lavoro, che dormivano con lui in quella  strittiva, nonché al risarcimento della parte lesa, da li-
            capanna, essi non sono meritevoli di fede perché sono stretti  quidarsi in separata sede alla parte civile costituitasi
            fra loro da un vicolo sociale, e dai reati da loro singolarmente  nella  persona  di  Eufemia  Montanucci,  sorella  della
            commessi, tutti concorrono a scagionarsi; perché il profitto  vittima, e al pagamento delle spese processuali.
            che ne traggono dalle cose rubate va a beneficio comune».  Gaetano Angelelli, su consiglio del difensore di fiducia,
            Si giunse al 25 febbraio, data in cui si riunì la Camera  l’avv. Virgilio Falessi, dal carcere, sottoscrisse la richiesta



            76 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IV
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