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CRONACHE DI IERI








                                                                        Gaetano Angelelli,



            Nessuno mai avrebbe immaginato – e tanto meno il           cinquantasettenne
            principe ereditario Vittorio Emanuele! – che il nuovo
            re sarebbe salito al trono in seguito alla morte violenta
            del  padre.  In  questa  “grande  storia”  fatta  di  eventi   guardiano della
            eclatanti e di personaggi pubblici più o meno importanti,
            si inscrivono le tantissime e peculiari “piccole storie” di     tenuta, vedovo
            persone comuni e del loro vivere quotidiano. È proprio
            di un evento della “piccola storia” che qui si vuol rac-
            contare,  un  evento  che  per  quanto  tragico  sfumava       con prole in età
            allora, come rischia di sfumare purtroppo ancor oggi,
            nell’ordinarietà della cronaca nera.                           adolescenziale,
            Casal Monastero è una località oggi urbanizzata della
            periferia romana, ma ai principi del ‘900 era dominata            aveva accolto
            dalla campagna. Era abitata da allevatori, contadini e
            braccianti. Nella tenuta di proprietà dei principi Tor-
            lonia, ricca e aristocratica famiglia romana, conviveva                   in casa
            la  famiglia  del  locatario,  tale  Augusto  Cerati,  con
            altri pochi nuclei familiari e varie persone avventizie              una donna
            per  estemporanei  lavori  che  richiedevano  maggiore
            manovalanza.
            Sulla struttura e le pertinenze, sui terreni e sulle attività      vent’anni più
            condotte dall’affittuario, il Cerati, vigilava una persona
            di fiducia di quest’ultimo, Gaetano Angelelli, un uomo            giovane di lui
            quasi sui sessant’anni, originario di Civita Castellana,
            in  provincia  di  Viterbo,  che  da  alcuni  anni  aveva
            ottenuto l’impiego di guardiano. Quest’uomo, rimasto
            vedovo con prole in età adolescenziale, per una questione  molto  accesi.  Come  testimoniò  al  processo  Agnese
            di convenienza reciproca, circa tre anni addietro aveva  Dominici, un’intima amica di vecchia data, la Montanucci
            accolto in casa una donna nubile originaria anch’essa   era  alquanto  linguacciuta,  incline  ad  attaccar  briga  e
            del viterbese, Lucia Montanucci, trentasettenne e dunque  dedita  al  bere.  Litigi,  dunque,  fatti  di  schiamazzi  e
            più giovane di lui di quattro lustri, la quale non aveva  piazzate disturbavano la quiete del caseggiato e della
            una stabile dimora, trovandosi ad alloggiare presso le  tenuta, e tutti gli abitanti, come pure le persone che per
            abitazioni delle famiglie che, di volta in volta, l’assumevano  un  motivo  o  per  un  altro  si  trovavano  giornalmente
            in servizio come domestica.                             nella  tenuta,  non  potevano  far  a  meno  di  udire  le
            Nel  tempo  la  condivisione  degli  ambienti  domestici  invettive e le offese che spesso i due si urlavano contro,
            favorì l’inizio di una relazione fra i due, mal vista dal  distraendosi  dalle  mansioni  e  dai  lavori  cui  erano
            locatario della tenuta per via dell’indole inurbana della  chiamati ad attendere.
            donna  e  del  suo  carattere  irascibile  (maturato  in  un  Varie volte era capitato che, come conseguenza di fu-
            contesto socio-culturale difficile e degradato) che era  ribondi  alterchi,  la  Montanucci  si  fosse  allontanata
            fonte di continui litigi con l’Angelelli, talvolta anche  dall’uomo, per sua volontà o altre volte perché cacciata



            70 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IV
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