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PAGINE DI STORIA
feriti e 74 prigionieri: un risultato insperato che in parte Fu fatto d’armi
riequilibrava l’insuccesso di Vezza d’Oglio.
L’azione austriaca si era comunque esaurita, era ormai compiuto da un
chiaro ai nostri avversari che nessuna minaccia da parte
italiana sarebbe pervenuta dalla Valtellina. Nelle setti-
mane successive si registrarono di conseguenza solo pugno di uomini,
sporadiche scaramucce. Guicciardi, considerate le ca-
renze di cappotti e indumenti pesanti, sistemò alla I adibiti nella
Cantoniera le Guardie Doganali, ai Bagni Vecchi il 45°
e ai Bagni Nuovi il 44°, utilizzando un terzo del reparto
per costituire una catena di avamposti, cui venne asse- quotidianità a
gnata una squadra di Carabinieri Reali. Del resto da
Spondalunga gli Austriaci dominavano il terreno. Ad compiti di polizia,
ogni modo di giorno Guicciardi utilizzò il tempo di-
sponibile per addestrare il personale e dedicò attenzione
anche al mantenimento della disciplina in una truppa che fornirono un
che, magari ricca di fervore patrio, poteva difettare di
questa dote, e per ottenere quanto desiderava si avvalse contributo di
dei Reali Carabinieri.
Nella relazione del Capitano Aristide Caimi, aiutante esperienza e
maggiore in primo della Legione, viene sottolineato come
questi ultimi si fossero sempre dimostrati coraggiosi in
combattimento, “attentissimi sorvegliatori della polizia del compattezza a
campo e degli accantonamenti, e ciò acquistò a loro il rispetto
e la stima di tutti”. reparti di Guardia
La giornata fruttò l’Ordine Militare di Savoia al Guic-
ciardi e l’Oro al Valor Militare al Pedranzini, sicura-
mente meritevoli. I Capitani del 45° Zambelli e Rizzardi Nazionale
– a dispetto dei fatti narrati, ma al tempo non resi di do-
minio pubblico dal Pedranzini che dette solo più tardi
alle stampe un memoriale estremamente dettagliato e liti della G.N., tutti del 45°. Altre menzioni onorevoli
impietoso – ebbero la loro brava medaglia d’argento al furono concesse al Luogotenente Mosconi, al Sottote-
valor militare, come il Maggiore Giovan Battista Caimi nente Pauci e a 8 sottufficiali e militari delle Guardie
che aveva guidato bene il suo 45° a Ponte del Diavolo, la Doganali, a 3 carabinieri reali (Brigadiere Lorenzo Da-
G.N. Giovanni Dell’Avanzo e i Doganieri Angelo Curti, venia e Carabiniere Giovanni Carnevali “Per lo zelo e co-
Francesco Avanzi e Antonio Tei, che avevano seguito il raggio durante i diversi combattimenti”, e Vice Brigadiere
Pedranzini fino alla I Cantoniera. Infine un altro argento Luigi Braschi “Per ardita, pronta e infaticabile coopera-
andò al Sergente di artiglieria Giovanni Bajotto, che zione prestata alla Guardia Nazionale Mobile”) e a 3 vo-
aveva ben diretto la sezione a Ponte del Diavolo. Men- lontari. L’ampia messe di ricompense fu probabilmente
zione onorevole, poi commutata in bronzo al valor mi- favorita dal fatto che quella guerra mal diretta e mal con-
litare, servì a premiare l’aiutante di Guicciardi, Aristide dotta, oltre alle sconfitte di Custoza e Lissa, lasciava ben
Caimi, capitano, i suoi colleghi Salis, Morelli e Steffanini poco da ricordare, e gli scontri nell’area di Bormio erano
(nel decreto indicato come “Stefanini” del 44°), il Te- uno dei pochi successi, oltre a quello di Bezzecca colto
nente Pedoja e il Sottotenente Dabbeni del 44° e 22 mi- da Garibaldi, che aveva indirizzato prontamente a Guic-
52 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IV