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PAGINE DI STORIA
“COMBATTIMENTO DI VEZZA D'EDOLO” (OVVERO VEZZA D’OGLIO) LITOGRAFIA - MUSEO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI
striaci avanzavano, intenzionati ad investire le unità del vuto affrontare soldatesche preparate e notoriamente ef-
Guicciardi. ficienti. Altro tempo fu perduto in soste per bere e ripo-
Vari fattori concorsero a rendere in gran parte vano lo sare, decise autonomamente dagli uomini per via della
sforzo offensivo. Muovere di notte, su quel terreno, era scarsa disciplina e nei tratti innevati – da parte di molti
difficoltoso, e l’equipaggiamento era carente. I volontari – le armi furono usate anche come bastone, giungendo
cittadini della 5^ bersaglieri del 45°, digiuni dei rudi- a renderle inutilizzabili per la neve che vi si annidava.
menti per operare in zone impervie, si trovarono a far i Numerosi furono incidenti e scivolate che ridussero ul-
conti con la scarsa attitudine delle calzature a quei terreni teriormente l’efficienza fisica dei militi, e alcuni ufficiali,
rocciosi, che le distrussero dopo poco tempo. In genere come Zambelli, Salis e Rizzardi, si dimostrarono inca-
non allenati a quegli sforzi, trovarono difficoltoso pro- paci di farsi seguire dagli uomini esausti. Pedranzini si
cedere: s’erano arruolati immaginando cariche alla baio- ritrovò, intorno alle 7 e 45, con ben pochi animosi, mon-
netta con le bandiere spiegate, non avevano né tanari esperti o volontari particolarmente motivati, che
preparazione, né esperienza per affrontare quella fatica. lo avevano seguito fino in vetta, parte G.N. e parte
Dal canto loro le Guardie Nazionali, di massima meno Guardie Doganali.
motivate dei volontari, sapevano bene che avrebbero do- Del resto è illuminante la relazione dell’ufficiale medico
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IV 49