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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
Tra tutte le armi esposte, spiccano
quelle appartenute a Nino Bixio, al
Capitano De Rohan, a Luciano Manara,
a Giacomo Medici, a Silvino Olivieri,
a Giuseppe Missori e a Ricciotti Garibaldi
esemplare di sciabola “da regalo” per ufficiale generale un progetto curato dall’Architetto Elena Marelli. L’al-
piemontese (mod. 1855), donata al generale dal Comitato lestimento, realizzato dai carabinieri del Raggruppamento
Unitario Nazionale l’8 ottobre 1860, che reca la dedica Biodiversità in collaborazione col personale del Museo,
“ovunque vinse il tuo genio guerriero”. ha preso corpo nel Salone d’Onore dello storico Istituto
A proposito, ci sembra interessante riferire di uno ed è stato articolato in sei sezioni: Dal Regno di
studio attinente alle vittorie conseguite dal generale Sardegna al Regno d’Italia; Stati pre-unitari; Entourage
nel corso della sua fulgida carriera: qualche anno fa, garibaldino; Garibaldi; Nel solco della tradizione; Sciabole
un inglese, “si è preso la briga di fare una statistica di straniere.
tutte le battaglie combattute da Garibaldi, 53 in totale, Tra tutte le armi esposte, spiccano per peculiari carat-
alcune delle quali senza essere il comandante in capo, di- teristiche alcune sciabole inserite nella sezione “Entourage
videndole in vinte, 34, perdute, 15 e di esito incerto, 4, garibaldino”, di cui fanno parte esemplari unici appar-
comprendendo tra queste ultime Velletri nel 1849 e Bezzecca tenuti a Nino Bixio, al Capitano De Rohan, a Luciano
nel 1866. Si potrebbe esprimere qualche perplessità sui Manara, a Giacomo Medici, a Silvino Olivieri, a Giu-
criteri coi quali è stato effettuato questo rilevamento. Più seppe Missori e a Ricciotti Garibaldi. Di particolare
ancora, però, conta osservare che, mentre alcune sconfitte bellezza è la spada d’onore donata proprio a quest’ultimo,
non ebbero gravi conseguenze sull’esito finale della guerra figlio del generale che nella guerra franco-tedesca del
(questo vale soprattutto per le battaglie che ebbero luogo in 1870 prese parte al corpo di spedizione italiano voluto
America latina, considerando che Brasile e Argentina e comandato dal padre, per soccorrere i francesi del
avrebbero comunque avuto la meglio), alcune vittorie, Governo Nazionale dopo la resa di Napoleone III.
come quelle ottenute in Lombardia nel 1859 o sul Volturno Nell’occasione il corpo garibaldino, insieme ai resti di
nel 1860, determinarono cambiamenti storici nella carta alcuni reparti dispersi dell’Esercito Francese, denominatisi
geopolitica dell’Europa e posero fine al ramo italiano di poi Armées des Voges, si batté con determinazione e co-
una secolare dinastia, quella borbonica” (G. Monsagrati). raggio e fu il solo a conquistare in combattimento una
In occasione della mostra le armi esposte sono state bandiera del temuto reggimento prussiano “Pomerania”.
sottoposte ad un preventivo ed attento intervento di Caratterizzata da un fornimento di pregevole fattura,
restauro effettuato dall’Appuntato Scelto Daniele Man- raffigurante una vittoria alata e un leone a riposo,
cinelli, armiere del Museo Storico dell’Arma dei Ca- simboli dei trionfi militari, “la spada è di tipologia
rabinieri prima di essere collocate all’interno del francese, risalente per certi aspetti al Primo Impero. Il for-
percorso espositivo, articolato quest’ultimo secondo nimento è a due valve delle quali quella interna abbattibile
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