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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA






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                                                                    GUARDIA  CIVICA  PONTIFICIA:  LAMA  FIORITA  RECANTE  LA
                                                                    SCRITTA  IN  CARTIGLIO  “VIVA  PIO  IX”.  FORNIMENTO  DORATO
                                                                    MONOELSA  A  STAFFE  E  PIATTO  DI  GUARDIA  LOBATO
                                                                    ESTERNAMENTE  ORNATO  COME  L’ESTERNO  DEL  RAMO  DI
                                                                    GUARDIA  CON  FIORAMI  RICAVATI  DI  GETTO  COME  IL  RAMO;
                                                                    CALOTTA  LUNGA  TERMINATA  A  TESTA  DI  LEONE.  FODERO  IN
                                                                    LAMINA  D’ACCIAIO  CON  BOCCHETTA  E  FASCETTE  CON
                                                                    CAMPANELLE  IN  OTTONE  DORATO,  BOCCHETTA  INTAGLIATA  A
                                                                    MEZZI OVULI, PUNTALE A BOTTONE OVALE APPIATTITO.
                                                                    IN  APERTURA,  SCIABOLA  “DA  REGALO”  PER  UFFICIALE
                                                                    GENERALE  PIEMONTESE  (MOD.  1855).  APPARTENUTA  A
                                                                    GIUSEPPE  GARIBALDI,  È  CARATTERIZZATA  DA  UNA  RICCA
                                                                    LAVORAZIONE  A  FOGLIE  DI  QUERCIA  SULL'IMPUGNATURA  IN
                                                                    AVORIO. SULLA LAMA, ORNATA DI TROFEI E FIORAMI CAMPITI IN
                                                                    ORO SU FONDO SATINATO E FORBITO, TRA I QUALI COMPAIONO
                                                                    GLI  STEMMI  SABAUDI  E  LA  SCRITTA  DIVISA  SU  DUE  LATI
                                                                    “OVUNQUE VINSE” “IL TUO GENIO GUERRIERO”. SUL FODERO IN
                                                                    LAMINA  D'ACCIAIO,  A  DUE  FASCETTE  CON  CAMPANELLE  DI
                                                                    SOSPENSIONE, APPARE LA DEDICA “A GIUSEPPE GARIBALDI IL
                                                                    COMITATO  UNITARIO  NAZIONALE  –  8  OTTOBRE  1860”.  SUL
                                                                    BOTTONE  OTTAGONALE  SONO  INCISE  LE  INIZIALI  SUL  FONDO
                                                                    RIBASSATO “GG”


                                                                    la  spada  nel  corso  dell'Ottocento  un  “orpello”  da
                                                                    corredo per l’alta uniforme degli ufficiali, ministri e
                                                                    gentiluomini  di  corte  e  funzionari  di  stato,  mentre
                                                                    nell’esercito era in dotazione solo alla cavalleria pesante.
                                                                    Garibaldi,  infatti,  “impugnava  solitamente  sciabole,  a
                                                                    lame curve o semi-curve, usate ormai dalla maggior parte
                                                                    di ufficiali e sottufficiali e dalle cavallerie europee” (C.
                                                                    Calamandrei).
                                                                    Non ci stupisce, quindi, se la gran parte della iconografia
                                                                    ottocentesca, nonché quella successiva, abbia raffigurato
                                                                    Garibaldi quasi sempre munito di sciabola, né ci me-
                                                                    raviglia  che,  anche  nei  monumenti  in  bronzo  o  in
                                                                    marmo e perfino nelle statuette in porcellana, quell’arma
                                                                    sia un complemento inseparabile della sua rappresen-
                                                                    tazione. “Nelle stampe popolari l’arma, maneggiata da
                                                                    un  Garibaldi  a  cavallo,  è  spesso  sguainata  e  puntata
                                                                    contro il nemico, oppure segnala l’inizio di una carica che
                                                                    si presume irresistibile. Talvolta appare in distanza come
                                                                    un semplice sbaffo del pennello, talaltra, come nel quadro
                                                                    di Ademollo sull’incontro di Teano, è descritta fedelmente,
                                                                    con il fornimento molto elaborato e l’elsa bene in vista”
                                                                    (G. Monsagrati).
                                                                    Il titolo della mostra “Ovunque Vinse” prende spunto
                                                                    proprio dall’incisione presente sulla lama di una delle
                                                                    armi  esposte  ed  appartenuta  a  Giuseppe  Garibaldi,
                                                                    senz’altro tra le più belle della collezione: un notevole



            96 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IV
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