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CURIOSANDO NEL MUSEO DELL’ARMA
SPADA PER UFFICIALE SUPERIORE ADOTTATA NEL 1847 PER LA
GUARDIA CIVICA PONTIFICIA: LAMA FIORITA RECANTE LA
SCRITTA IN CARTIGLIO “VIVA PIO IX”. FORNIMENTO DORATO
MONOELSA A STAFFE E PIATTO DI GUARDIA LOBATO
ESTERNAMENTE ORNATO COME L’ESTERNO DEL RAMO DI
GUARDIA CON FIORAMI RICAVATI DI GETTO COME IL RAMO;
CALOTTA LUNGA TERMINATA A TESTA DI LEONE. FODERO IN
LAMINA D’ACCIAIO CON BOCCHETTA E FASCETTE CON
CAMPANELLE IN OTTONE DORATO, BOCCHETTA INTAGLIATA A
MEZZI OVULI, PUNTALE A BOTTONE OVALE APPIATTITO.
IN APERTURA, SCIABOLA “DA REGALO” PER UFFICIALE
GENERALE PIEMONTESE (MOD. 1855). APPARTENUTA A
GIUSEPPE GARIBALDI, È CARATTERIZZATA DA UNA RICCA
LAVORAZIONE A FOGLIE DI QUERCIA SULL'IMPUGNATURA IN
AVORIO. SULLA LAMA, ORNATA DI TROFEI E FIORAMI CAMPITI IN
ORO SU FONDO SATINATO E FORBITO, TRA I QUALI COMPAIONO
GLI STEMMI SABAUDI E LA SCRITTA DIVISA SU DUE LATI
“OVUNQUE VINSE” “IL TUO GENIO GUERRIERO”. SUL FODERO IN
LAMINA D'ACCIAIO, A DUE FASCETTE CON CAMPANELLE DI
SOSPENSIONE, APPARE LA DEDICA “A GIUSEPPE GARIBALDI IL
COMITATO UNITARIO NAZIONALE – 8 OTTOBRE 1860”. SUL
BOTTONE OTTAGONALE SONO INCISE LE INIZIALI SUL FONDO
RIBASSATO “GG”
la spada nel corso dell'Ottocento un “orpello” da
corredo per l’alta uniforme degli ufficiali, ministri e
gentiluomini di corte e funzionari di stato, mentre
nell’esercito era in dotazione solo alla cavalleria pesante.
Garibaldi, infatti, “impugnava solitamente sciabole, a
lame curve o semi-curve, usate ormai dalla maggior parte
di ufficiali e sottufficiali e dalle cavallerie europee” (C.
Calamandrei).
Non ci stupisce, quindi, se la gran parte della iconografia
ottocentesca, nonché quella successiva, abbia raffigurato
Garibaldi quasi sempre munito di sciabola, né ci me-
raviglia che, anche nei monumenti in bronzo o in
marmo e perfino nelle statuette in porcellana, quell’arma
sia un complemento inseparabile della sua rappresen-
tazione. “Nelle stampe popolari l’arma, maneggiata da
un Garibaldi a cavallo, è spesso sguainata e puntata
contro il nemico, oppure segnala l’inizio di una carica che
si presume irresistibile. Talvolta appare in distanza come
un semplice sbaffo del pennello, talaltra, come nel quadro
di Ademollo sull’incontro di Teano, è descritta fedelmente,
con il fornimento molto elaborato e l’elsa bene in vista”
(G. Monsagrati).
Il titolo della mostra “Ovunque Vinse” prende spunto
proprio dall’incisione presente sulla lama di una delle
armi esposte ed appartenuta a Giuseppe Garibaldi,
senz’altro tra le più belle della collezione: un notevole
96 NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 1 ANNO IV