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CRONACHE DI IERI
CARABINIERE M.A.V.M. ADRIANO FEDELI
Figlio di Nicola e di Brigitta Discari, nacque il 9 ottobre 1887 a Grotte Santo Stefano, in provincia di
Viterbo (nel 1927 questo comune fu soppresso e il territorio accorpato a quello del comune di Viterbo, di-
venendone di fatto una frazione).
Frequentò la scuola elementare, ma da ragazzo prese a lavorare come bracciante agricolo insieme al padre.
Il 10 aprile 1907 si presentò a visita di leva e, fatto idoneo, dopo un intervallo dato dal congedo illimitato
fu chiamato alle armi il 19 ottobre di quell’anno. Il 24 di quello stesso mese ottenne l’arruolamento
nell’Arma dei Carabinieri Reali, venendo incorporato quale Allievo Carabiniere a piedi presso la Legione
Allievi per la frequenza del corso d’istruzione. Il 31 marzo 1908 ottenne la promozione a Carabiniere a
piedi e il 23 aprile seguente venne destinato alla Legione Territoriale di Roma per il servizio d’istituto.
Verificatosi lo spaventoso terremoto di Messina, il 28 dicembre 1908, raggiunse i luoghi devastati dal
sisma per prestare soccorso alle popolazioni, venendo decorato della medaglia commemorativa d’argento
(istituita col regio decreto del 20 febbraio 1910, n. 79). Cessata l’esigenza sulle sponde dello Stretto,
raggiunse la Stazione di Ortona dei Marsi (AQ). Aggregato come rinforzo alla vicina Stazione di
Balsorano, ottenne la medaglia d’argento al valor militare per la condotta avuta negli scontri verificatisi il
9 dicembre in quel comune con la seguente motivazione: “In occasione di gravi tumulti popolari, arditamente
affrontò e disarmò della falce uno dei tumultuanti che tentava aggredire un ufficiale, e benché ferito e privato del
moschetto dalla folla che lo fece segno delle maggiori violenze, rimase al suo posto, cooperando al ristabilimento
dell’ordine”. A causa delle lesioni riportate in quei tumulti, benché nel marzo del 1912 fosse stato ammesso
alla prima rafferma, il 3 dicembre seguente dapprima fu inviato in licenza di sei mesi in seguito a rassegna
e il 18 novembre del 1913 fu posto in congedo assoluto poiché riformato alla visita medica a cui era stato
sottoposto presso l’Ospedale Militare Principale di Roma (oggi Ospedale Militare Celio). Rientrato a
Grotte Santo Stefano, nel 1916 fu mobilitato per il conflitto, ma la sua condizione di salute, valutata
ancora una volta presso l’Ospedale Militare di Ancona, non gli consentì di essere inquadrato nei ruoli
combattenti e venne collocato, in qualità di riserva, nel 60°Reggimento di Fanteria che costituiva la
compagine della Milizia Territoriale. Fu smobilitato alla conclusione del conflitto ritornando ancora una
volta alla sua dimora dove, superata anche la furia dell’ultima guerra mondiale, si spense il 4 aprile del
1962. Nel 1991 gli è stata intitolata la caserma sede del presidio dell’Arma nella sua località d’origine.
di Avezzano per essere giudicati sulle imputazioni ad essi nel reprimere un tumulto» fu costretto a ricorrere più
rispettivamente ascritte». volte alle cure mediche.
I fatti di Balsorano che registrarono parecchi feriti e un L’episodio che lo vide protagonista, dunque, gli era
morto tra i manifestanti, perché colpito da un proiettile costata, oltre al procedimento penale, anche la successiva
vagante, furono oggetto di attenzione da parte della cessazione dal servizio. Il gesto era stato però ricompensato
stampa, ma anche da parte di alcuni parlamentari, già nel gennaio 1911 con l’Encomio solenne, concesso
infatti gli onorevoli Eugenio Chiesa (repubblicano) e dal Ministero della Guerra, e poi con la medaglia
Filippo Turati (socialista), ancora molti mesi dopo, d’argento al valor militare, concessa con regio decreto
promossero a più riprese varie interrogazioni alla del 21 maggio seguente (cinque giorni prima del prov-
Camera. Intanto, affievolitosi il momento di tensione e vedimento della Corte d’Appello de L’Aquila che aveva
ritornata la quiete a Balsorano, il Carabiniere Fedeli sentenziato il non luogo a procedere a suo carico).
che aveva riportato, come verbalizzato dalla commissione Anche al Sottotenente Candeloro e al furiere Achille
medica che lo vistò il 30 dicembre di quell’anno, «con- Milazzo fu concessa la medesima decorazione.
tusione alla testa ed al dorso, prodotte da corpo contundente Gianluca Amore
NOTIZIARIO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI - N. 5 ANNO III 67